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2 giugno

Vercelli: festa della Repubblica, la fotogallery

Il pensiero comune è andato alle vittime dell’alluvione in Emilia Romagna

In piazza Cesare Battisti, in una splendida cornice costituita dalle rappresentanze delle forze armate, dalle associazioni combattentistiche e d’armi, insieme al coro formato dagli alunni dell’Istituto Ferrari, nella mattinata del 2 giugno è stata celebrata la festa della Repubblica. Erano presenti molti sindaci dei paesi della provincia, i vertici delle Istituzioni civili e militari tra i quali il Prefetto Lucio Parente il sindaco Andrea Corsaro, il presidente della provincia Davide Gilardino e Mons. Marco Arnolfo arcivescovo di Vercelli.  Le diverse fasi della manifestazione sono state dirette dalla viceprefetto Cristina Lanini.

Nelle allocuzioni che si sono susseguite il pensiero comune è andato alle vittime dell’alluvione in Emilia Romagna, alla guerra in Ucraina, alla storia della nostra Repubblica nata da un percorso storico alquanto complesso, quindi ai principi di libertà, democrazia, solidarietà e unità nazionale.

In apertura il sindaco Andrea Corsaro ha voluto richiamare il concetto di democrazia che sta alla base della Repubblica ponendo l’accento sul problema dell’astensionismo: “Questo è un giorno da celebrare in spirito di unità: cittadini, istituzioni, forze armate italiane ed all’estero. Orgogliosi dell’identità italiana, del suo patrimonio di cultura e civiltà che sono anche cardini della costruzione di un’Europa unita intesa come spazio di progresso e libertà. Festa nella quale, forte degli ideali e dei valori che noi tutti condividiamo, ogni italiano in Italia e all’estero si sente orgoglioso di appartenere ad una nazione che ha scelto la democrazia come coronamento degli ideali risorgimentali. (…) “Preoccupa vedere disertato il diritto di voto. Indice questo di cattiva salute della democrazia, che è soprattutto partecipazione. Occorre ricordare le epiche lotte per il suffragio universale e combattere l'astensionismo”. Per il presidente Gilardino: “Il fondamento della nostra nazione risiede nella volontà di avere un governo democratico lontano dai totalitarismi vissuti negli anni della guerra mondiale e nella sicurezza di avere doveri e diritti imprescindibili”. Il richiamo al passato e la forza della nostra Costituzione sono stati alcuni dei temi illustrati dal Prefetto Lucio Parente nel descrivere la nostra nazione come: “Una Repubblica nata dalle ceneri di una guerra devastante, dagli orrori dell'occupazione nazista, della dittatura fascista ed animata dal desiderio di riscatto di un popolo ferito e affranto per affermare quei valori di democrazia, di libertà, di giustizia, di pace, di uguaglianza, di solidarietà, di tolleranza, calpestati in quel periodo e che hanno poi trovato il loro riconoscimento nella Costituzione che a distanza di 75 anni dalla sua entrata in vigore rappresenta, ancora oggi e per le generazioni future, il pilastro della casa degli italiani”. Il Prof. Massimo Cavino, docente di diritto costituzionale all’Upo, nel suo articolato ma sintetico intervento riguardante “La nascita della Repubblica” ha voluto evidenziare i vari passaggi che hanno portato il nostro paese alla forma di governo repubblicana basata su un’architettura costituzionale di straordinaria bellezza: “Perché ricordiamo questi passaggi? Ricordiamo la complessità di questi passaggi per sottolineare che la scelta repubblicana non fu scontata, né indolore. L'Italia, che attendeva l'esito del voto del 2 giugno, era un Paese diviso, lacerato da contraddizioni sociali e territoriali, combattuto tra opzioni politiche di segno antitetico. Ma era un paese animato da una straordinaria volontà e vitalità, desideroso di trovare i punti di convergenza e di ritrovarsi in un orizzonte di valori condivisi per ripartire dopo la tragedia della guerra. E questo fu il compito dell'Assemblea Costituente. Essa doveva riannodare l'ordito dei rapporti sociali, economici e politici affinché le nuove istituzioni repubblicane potessero tessere la trama della convivenza civile. Missione difficile, ma sicuramente missione compiuta”.

Durante la cerimonia sono stati insigniti del titolo di “Cavaliere della Repubblica italiana” sei nuovi cavalieri ed un neo commendatore nella persona del professor Angelo Fragonara, docente insigne di Lettere e Filosofia e poi di Letteratura all’Upo. I nuovi insigniti del titolo di Cavaliere sono: Corrado Busnelli, membro della Direzione regionale del Corpo volontari antincendi boschivi; Dario Colangelo, ex dirigente bancario ed ora membro del Coordinamento territoriale della Protezione civile ; Agostino Giacomantonio, ex luogotenente della Guardia di Finanza; Romano Lavarino, ex luogotenente dell’Arma ed attuale presidente del Consiglio comunale di Vercelli ;  Luigi Raccomandato,  maresciallo ed attuale comandante della Stazione dei carabinieri di Varallo Sesia;  Roberto Viazzo, medico che si è distinto per una  intensa carriera negli ospedali di Vercelli, Gattinara, Santhià e Borgosesia.   

La prima parte di questa cerimonia è terminata con la consegna di una copia della Costituzione ai rappresentanti del Consiglio comunale dei ragazzi di Vercelli.  Nel tardo pomeriggio, sempre in piazza Cesare Battisti, è stata ammainata la bandiera italiana come conclusione di questa giornata di festa.

 

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