La storia della Pro Vercelli
di Alex Tacchini
11 Maggio 2023 15:04
Il Grande Torino 1942-1943 allenato da Janni
Neanche il tempo di appendere le scarpe al chiodo con le sue ultime 18 partite disputate al Varese a 33 anni (anzi: “Varese Sportiva” era di denominazione esatta di quei tempi), che a chiamare il futuro allenatore torinese della Pro Vercelli Antonio Janni da Santena (patria dell’asparago sabaudo e dimora che - oltre alle proprie - accoglie le spoglie di Camillo Benso Conte di Cavour) è l’AC Torino (appena ribattezzato così), per sostituire coach Gyula Feldmann e dare una mano a mister Guido Sperone alla guida di un 11 granata in preoccupante serie negativa, anche perché non ancora nelle mani di Ferruccio Novo (ma del dimenticatissimo presidente Giovan Battista Cuniberti). Salvato il Torino, torna al Varese e come allenatore scopre un certo diciassettenne molto promettente, nonché dall’innato fiuto del gol, che di nome faceva Franco Ossola.
Segnala subito il ragazzo a Ferruccio Novo, che ora sì dal 1939 è il nuovo presidente granata: e proprio Ossola (pagato 55.000 Lire dell’epoca) sarà il primo acquisto-mattone della squadra poi conosciuta come ‘Grande Torino’. Dopo il Varese (dove arriva al primo posto nel campionato di Serie C, chiuso a 38 punti a pari merito con il Brescia, ma con le Rondinelle promosse per la sola differenza reti), Janni torna all'ovile nel 1942-43, chiamato da patron Novo a sostituire “in corsa” András Kuttik, che nonostante gli arrivi in squadra di Romeo Menti, Valentino Mazzola, Guglielmo Gabetto ed Ezio Loik non stava veleggiando granché bene: dalla 14.a giornata in poi (e in pieno tempo di guerra) grazie alla marcia inarrestabile di risultati utili consecutivi (in cui spicca un clamoroso 5-0 inflitto al Milan(o) il super Livorno fu superato di un soffio. Il Toro vincerà il primo scudetto dando dunque il via sportivo di consapevolezza di quel dream team Granata che targherà gli Anni ’40 del Calcio Italiano e che “solo dal Fato” poté essere sconfitto nel ‘49. Mica è finita: il 30 maggio 1943 con Janni in panchina il Torino suggella lo scudetto aggiudicandosi anche la Coppa Italia, acquisendo così il diritto di fregiarsi della doppia patch sulla maglia granata (scudetto sabaudo come vincitore della Serie A e scudetto tricolore a punta, l’attuale coccarda, per la vittoria della Coppa Nazionale). Tra i fuoriclasse di quella squadra che fece innamorare tutto lo Stivale, ci fu anche il vercellese Pietro Ferraris II, capace di 14 gol in 35 presenze, tra campionato e Coppa (miglior realizzatore, dietro solo a Valentino Mazzola, 16, e Gabetto, 18). Nel 1944 Janni è ancora alla guida dei granata, ma con meno fortuna. Ora la squadra si chiama Torino-Fiat, nell’11 granata ci gioca anche Silvio Piola, ma quel campionato di guerra ufficioso (denominato “Alta Italia”) disputato dal 2 gennaio 1944 al 20 luglio 1944 non sarà mai riconosciuto (se non con una recente patch concessa dalla FIGC sulla maglia degli Aquilotti). Perché disputato monco e solo nei territori controllati dalla RSI, che poi lo disconobbe essa stessa con un clamoroso comunicato federale datato 8 agosto 1944. Quel torneo lo vinceranno i mitici Vigili del Fuoco di La Spezia, capaci di superare il ‘ToroFiat’ per 2-1 nella gara decisiva disputata a Milano il 16 luglio del 1944. L’anno dopo è quello della fine della guerra, ma il campionato ha voglia matta di ripartire subito, per distrarre e tornare a far parlare gli Italiani di qualcosa di diverso che non siano lutti, sopravissuti, vendette e povertà.
La Pro Vercelli è guidata da mister Luigi Baiardi e arriva 3.a nel Girone A della Mista B-C, vinto per un pelo dall’Alessandria (30 punti, accedendo così alle finali per la promozione in Serie A, che riuscirà a conquistare) che supera il Vigevano a pari punti solo per la migliore differenza reti e proprio la Pro, che chiude a 27 lunghezze. L’anno dopo (1946-47), la Pro Vercelli si ritrova dunque ad assaporare la Serie B, che in città mancava dal 1940-41. Ed è qui che a sedersi sulla panca del “Robbiano” è chiamato Antonio Janni. Che arriva 8° a fine stagione, dimostrando di saper far girare al meglio una rosa sì forte e competitiva, ma non certo di molte altre concorrenti finite abbondantemente dietro in classifica. Importante risulterà il rush finale di una stagione molto livellata, con le tre vittorie in casa: 3-1 al Varese, 1-0 al Lecco e il 2-0 al Vigevano. È sempre Janni a notare nelle giovanili del club bianco e far esordire in prima squadra il mediano Luigi Giuliano il 13 aprile 1947. La gara è sfortunata (FANFULLA-PRO VERCELLI 3-0), ma quel ragazzo ne farà di strada, sino a fare parte e vincere l’ultimo dei 5 scudetti del Grande Torino, non imbarcarsi per Lisbona nel maggio ’49, giocare con Pelè e aggiudicarsi la Coppa delle Fiere 1960-61 con la maglia della AS Roma, divenuta la sua seconda città e in cui nascerà il figlioletto Stefano. Janni si conferma dunque talent-scout e tecnico di livello assoluto, sicuramente tra i più forti e quotati tecnici mai accomodatisi sulla panchina delle Bianche Casacche nella storia, prima e dopo le due guerre. Nulla potrà fare però per evitare la retrocessione della Pro “dei Gambino, Bacciarello e degli Accotto” in C nel torneo cadetto successivo, il 1947-48. La squadra bianca terminerà 13.a, il che non le consente di rimanere nella nuova B (privilegio che spetta solo alle prime 7 classificate nel Girone A). Fu, quello un torneo tiratissimo e sfortunato. Vinto dal Novara di Piola e dei vercellesi Carasso e Alberico.
Il commiato di Janni con la Vercelli calcistica avverrà in trasferta, alla 34.a giornata il 20 giugno 1948: BRESCIA-PRO VERCELLI 1-0 MARCATORE: 71’ Giorgino (B). BRESCIA: Peri, Mariani, Paolini, Trenzani, Messora, Cadario, Usberti, De Filippis, Giorgino, Rosso e Galtieri. All.: Perazzolo. PRO VERCELLI: Rustico, Pramaggiore, Nicolazzini, Oppezzo, Mocca, Vercellotti, Gambino, Palma, Mussino, Pozzo e Giuliano. All.: Antonio Janni. Arbitro: Perazzi di Genova. Dopo la Pro, per Antonio si spalancheranno le panchine della Carrarese e della Spal del presidente Paolo Mazza sulla quale, nel 1951 vincendo uno storico campionato di serie B, riuscirà a portare i biancocelesti per la prima volta dall'avvento dei campionati a girone unico, in Serie A. Janni guiderà anche il Novara per una stagione, salutando poi tutti dopo l’esperienza biennale a Ravenna, in Serie C, nel biennio 1958-60. In particolare, nella C 1958-59 uscirà sconfitto dalla Pro Vercelli di Todeschini per 3-2 e conquisterà un risicato 1-1 a Ravenna, quando il mister dei Leoni era però già Pinot Cavanna. Morirà nella sua Torino il 29 giugno 1987, “nutrendosi amorevolmente di calcio” sino agli ultimi istanti della sua vita. Il 12 ottobre 2022 la città di Santena, dove come già ricordato è sepolto, gli ha intitolato il campo sportivo comunale apponendo una targa e la disputa di un’ amichevole tra una formazione santenese ed una “mista” di ex giocatori granata.
Nella foto il Torino allenato da Janni che centrò il ‘double’ Campionato e Coppa Italia nel 1942-43. In piedi, da sinistra: Sergio Piacentini, Valentino Mazzola, Guglielmo Gabetto, Ezio Loik, Giuseppe Grezar, Cesare Gallea e il vercellese Pietro Ferraris. Accosciati, da sinistra: Franco Ossola, Osvaldo Ferrini, Alfredo Bodoira e Giacinto Ellena.
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