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Giovedì santo

Vercelli: in Cattedrale la benedizione degli Olii santi

La messa crismale ha riunito i sacerdoti eusebiani

La messa crismale di questa mattina, 6 aprile, Giovedì Santo, ha concluso il tempo liturgico dei quaranta giorni della Quaresima.

Con le messe pomeridiane “in coena Domini”, infatti, inizia il Triduo Santo per la commemorazione della Passione, Morte e Risurrezione di Gesù Cristo. Alla celebrazione eucaristica presieduta in Cattedrale dall’Arcivescovo di Vercelli Marco Arnolfo, come ogni anno, erano presenti numerosi presbiteri della diocesi per il rinnovo comunitario delle loro promesse sacerdotali. Un altro momento peculiare è stata la consueta benedizione degli Olii Santi che verranno utilizzati nel corso dell’anno liturgico: precisamente l’Olio degli infermi per i malati e i sofferenti; l’Olio dei catecumeni per il sacramento del Battesimo (sia per i bambini che per gli adulti); il Crisma sempre per il Battesimo, ma anche per la Cresima, l’ordinazione di nuovi sacerdoti o Vescovi, la consacrazione di una chiesa o un altare.

«E’ veramente una gioia vedere il presbiterio nella sua pienezza, come fu una gioia per Gesù celebrare l’ultima cena pur con una sofferenza nel cuore. Una gioia di stare con i suoi amici», ha affermato il Pastore eusebiano nell’omelia in cui ha delineato due “caratteristiche” dell’essere sacerdoti: «Davanti al dono straordinario che il Signore ci ha fatto non dovremo far altro che commuoverci, piangere di gioia (…) La prima parola è “consacrati”, ovvero essere partecipi della consacrazione stessa di Cristo. Pensate quale grande dono ci ha fatto il Signore, non per nostro merito, ma per una chiamata misteriosa che parte dal cuore misericordioso di Dio, una chiamata a stare nel luogo più sacro che c’è sulla terra e che è il cuore stesso di Cristo. Se da una parte sembra che ci stacchi dal mondo, dall’altra ci rimette nel mondo proprio attraverso il cuore, il ministero e la vita di Cristo». L’altro aspetto su cui ha voluto soffermarsi l’Arcivescovo con i sacerdoti vercellesi è l’essere “mandati”: «Gesù stesso disse: “Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato”. Anche per noi, oggi, si attualizza quel mandato che il Signore ci ha fatto. Consacrati con l’unzione per essere mandati. E’ interessante che questo parta da una consacrazione che indica proprio anche la nostra missione (…) Quando siamo stati ordinati abbiamo ricevuto l’unzione crismale sul palmo delle mani per santificare e per offrire il sacrificio eucaristico. Riceviamo questo mandato a servizio di tutto il popolo di Dio perché possa vivere in Cristo la dignità regale, profetica e sacerdotale».

L’essenzialità del sacerdozio risiede proprio nel tratto indelebile della consacrazione donata per sempre da Dio per essere annunciatori della lieta notizia nonché essere presenza viva ed operante di Cristo nel mondo: «C’è da commuoversi pensando che Gesù si serve di me, delle mie mani consacrate e unte con il crisma per benedire perché la missione si compia innanzitutto verso i poveri. Queste mani che devono diventare le mani di Cristo, le mani che sorreggono, accompagnano, curano, accarezzano, asciugano le lacrime, che prendono i fratelli per farli uscire dall’oppressione e dalla schiavitù per portarli alla libertà, le mani che toccano gli occhi per ridare la vista, quella vista di fede, quella vista profonda di Cristo - ha chiosato monsignor Arnolfo con quest’ultima riflessione - Chiediamo al Signore di usare le mani pensando alle Sue mani e che rinnovi il nostro cuore perché possa essere il Suo cuore a palpitare in noi».

Al termine della messa crismale, dopo la benedizione, il Vicario generale della diocesi di Vercelli, monsignor Stefano Bedello, ha chiamato i vari sacerdoti e diaconi di ciascuna Comunità pastorale per ricevere gli Olii santi. Anch’essa una “chiamata”, davanti alla Cattedra arcivescovile, fortemente voluta da monsignor Arnolfo «per esprimere quella gioia di vivere insieme una missione in piena comunione, tra noi e anche con il Vescovo, perché possiamo in Cristo, nel Suo Corpo mistico, vivere la Sua missione di salvezza».

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