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L'interrogazione

"Preoccupati per i sondaggi minerari nel Vercellese"

Botta e risposta tra il consigliere regionale Rossi e l'assessore Tronzano

Valsesia

"Nelle scorse settimane ho raccolto la preoccupazione di molti cittadini e associazioni ambientaliste rispetto all’esecuzione di sondaggi da parte di alcune compagnie minerarie australiane sul territorio piemontese, più precisamente in provincia di Vercelli e nel Vco, per la ricerca di zinco, nichel e cobalto".

In particolare, nel Vercellese sono stati concessi i permessi:

  • "Alpe Laghetto" (Ivrea Minerals Pty Ltd) per i Comuni di Fobello, Cervatto, Cravagliana, Rimella, Varallo Sesia per la ricerca tramite sondaggi meccanici con carotaggio di nichel, rame, platino e associati; 
  • "Castello di Gavala 2019" (Kec Exploration Pty Ltd) per i Comuni di Borgosesia, Quarona, Varallo Sesia, Vocca per la ricerca con geofisica elettrica e campionature manuali in superficie di nichel, rame, platino, oro e associati;
  • "Fobello" (Cresta Minerals Italy S.r.l.) per i Comuni di Fobello, Cervatto, Cravagliana, Rossa, Balmuccia per la ricerca con geofisica elettrica e campionature manuali in superficie di oro, argento e associati;
  • "Galerno 2021" (Kec Exploration Pty Ltd) per i Comuni di Balmuccia, Cervatto, Cravagliana, Vocca per la ricerca con geofisica elettrica e campionature manuali in superficie di nichel, rame, oro, platino e associati.

Sono le parole del consigliere regionale Pd Domenico Rossi, che aggiunge: "Rispondendo alle citate sollecitazioni ho interrogato la Giunta Regionale al fine di individuare con precisione i siti interessati dalla ricerca e se la la richiesta e la concessione di esplorazione siano state portate a conoscenza e condivise con i territori interessati. Se è vero, infatti, che le compagnie dovranno corrispondere delle royalties alla Regione, alle Province e ai Comuni per i sondaggi prima e per gli eventuali giacimenti poi, è altrettanto vero che vanno valutati con grande attenzione gli impatti che le miniere, qualora vengano autorizzate, potrebbero avere sulla biodiversità e sul clima e sulle possibili gravi conseguenze per l’ambiente montano e per la salute degli abitanti dei territori toccati dalle esplorazioni. Da parte mia continuerò a vigilare sull’evolvere della situazione e sulle eventuali concessioni di coltivazione al termine delle ricerche".

L'assessore regionale Andrea Tronzano risponde. "In Piemonte sono presenti due aree indiziate per la presenza di cobalto e nichel (a cui si aggiungono metalli accessori quali rame, oro, platino, argento, ecc.). La prima area si trova nella Città Metropolitana di Torino a cavallo delle Valli di Viù e Ala, nel territorio dei Comuni di Usseglio, Balme e Lemie, dove nel 1750 erano coltivati alcuni filoni superficiali mineralizzati a cobalto. La seconda area si trova a cavallo tra la Valsesia, la Valle Strona e la Valle Anzasca e interessa i Comuni di Balmuccia, Borgosesia, Varallo Sesia, Vocca, Cravagliana, Fobello in provincia di Vercelli e Valstrona, provincia del Verbano-Cusio-Ossola - prosegue - In questi comuni nel periodo 1860-1870 venivano coltivate alcune piccole miniere per l’estrazione del nichel, chiuse anzitempo per esaurimento o perché antieconomiche. Un secondo tentativo di ripresa fu eseguito nel periodo 1935-1945 durante “l’autarchia” conseguente alle sanzioni economiche contro l’Italia e alla II guerra mondiale. La natura dei lavori di ricerca consiste principalmente nell’acquisizione di dati storici, nell’esecuzione di campionature manuali per l’analisi di campioni e nell’esecuzione di campagne di prospezione geofisica con metodi elettrici allo scopo di definire le caratteristiche mineralogiche e chimiche della mineralizzazione".

Specifica Tronzano: "Le società hanno presentato programmi di lavoro che prevedono l’esecuzione di sondaggi meccanici con estrazione di carota per indagare l’eventuale prosecuzione in profondità dei filoni esistenti sulla superficie. Si tratta di carotaggi da eseguire con sonde elettriche che dovrebbero raggiungere profondità massime di 200 metri. La sonda sarà posizionata in modo da non dover eseguire sbancamenti o scavi del terreno, utilizzerà acqua di raffreddamento a circuito chiuso con ricircolo e separazione del detrito di perforazione per ridurre al minimo l’impatto sul suolo. Si evidenzia che trattandosi di permessi di ricerca è assolutamente prematuro parlare di apertura di miniere (concessioni di coltivazione) in quanto non sono ancora noti i risultati definitivi delle ricerche in programma, in termini di esistenza di giacimenti certi ed economicamente coltivabili".

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