La storia della Pro Vercelli
di Alex Tacchini
12 Gennaio 2023 16:27
La copertina del 45 giri con l'inno della Pro
Con un salto di circa 62 anni dalla genesi del testo del primo Inno della Pro Vercelli (1911), spostiamoci ora nella brulicante piazza Pajetta della Vercelli di inizio Anni ’70.
È da quei giorni di fine inverno del 1973 che la Pro ha un “vero” inno, che però non è quello di Ara-Berra. Anche in quel momento, nessuno aveva infatti ancora focalizzato come il secondo sarebbe stato il… primo. Come poteva essere? Il dubbio sarà presto svelato. A gennaio il vulcanico ideatore de “La Grinta” (al momento solo una lettissima fanzine per tifosi, in seguito prezioso rotocalco di cronaca, sport e cultura) Stefano Di Tano (Vercelli, 12 gennaio 1945, “proprio mentre gli Alleati stavano bombardando”, ricorda) ebbe l’idea di dotare la Pro Vercelli finalmente di un motivo musicale (attenzione, lo snodo è proprio questo). Occorreva però individuare velocemente un autore. E anche bravo. La scena si svolge in un locale allora famoso, il Kontiki, accanto al cinema Italia (dove per anni in seguito sorse la piscina Hydra e quindi la discoteca Maciste). È lì che Di Tano conosce e incarica un già apprezzato musicista vercellese, Luciano Angeleri (Vercelli, 19 aprile 1941), co-fondatore nel 1963 del gruppo beat “The Sleepings” insieme al futuro creatore e pioniere di Radio City Vercelli Domenico "Mimmo" Catricalà (Vercelli, 26 febbraio 1937) alla batteria e Ivano Ravasino al basso. Nel 1970, Angeleri era uscito con un 45 giri con il Clan di Adriano Celentano e il suo nuovo complesso, i Made in Italy (Delio Ombrella alla batteria, Silvio Pesce al basso e Piero Pollone alla chitarra). In quei mesi, parteciperà al Festivalbar 1973 di Vittorio Salvetti con “Lui e lei” e ad “Un disco per l'estate” 1974 con Lisà-Lisà. La sua hit più famosa, “Blu”, sarà cantata anche da Perry Como negli Stati Uniti, mentre in Francia, interpretata da Joe Dassin con il titolo “Le dernier slow”, rimarrà in classifica per settimane. E ancora: l’esperienza con il duo Santo e Johnny, con Gigliola Cinquetti per la quale compose ‘Amore aiutami’.
Angeleri si mette subito in moto con entusiasmo e sforna il pezzo (parole e musica) in quattro e quattr’otto. Il titolo è: “(Cantiamo tutti) Forza Pro!”. Luciano e Stefano convocano amiche ed amici (“soprattutto, amiche e anche carine”, ci ha svelato nell’intervista) a fare il coro proprio al Kontiki e grazie ad un registratore 4 piste sul nastro magnetico nasce quello che sarà il primo inno musicale della Pro “…Sette scudettii, ci son giààà… la-alla-lallaa…”) . L’entusiasmo di quei tempi (con la Pro Vercelli appena tornata in Serie C dopo l’epica monetina del 6 giugno 1971), di quei locali pieni di ritmi pre-discomusic, di quelle estati ancora spensierate (a pochi mesi dagli ‘Anni di Piombo’, ma già con le domeniche a piedi per l’Austerity dovuta alla crisi petrolifera, varate dai vari governi Andreotti e Rumor) coi Mondiali di calcio in Germania con l’Olanda di Cruijff alle porte, i pantaloni a zampa di elefante, le Fiat 124, 125, 126, 127, 128 e 130, le tonde figurine Motta della raccolta sotto al gelato ‘Coppa dei Campioni’ e le palline clic clac, non si può descrivere se non nella sua serenità di provincia, accarezzata dalla brezza di una libertà sessuale e di costumi (oltre che musicale) che da noi arrivava più che altro da Milano (vera e propria capitale e sede delle principali Case discografiche), oltre che da Londra e dagli Stati Uniti. Ascoltato il motivo nella sua forma definitiva, Angeleri e Di Tano riescono a far stampare il 45 giri prima che finisca il campionato 1972-73, ma soprattutto a presentarlo mediaticamente in maniera assolutamente clamorosa non solo per quei tempi (ma anche per i nostri), inviandolo in posta accelerata alla sede Rai di Milano.
Sarà infatti il seguitissimo Programma Nazionale della Radio Rai, nella trasmissione “Mike di domenica” delle 11 di domenica mattina 4 marzo 1973, a farlo ascoltare in diretta esclusiva, presentato nientemeno che da Mike Bongiorno. È lo stesso Di Tano a raccontare il momento emozionante: “Era il periodo in cui il Caffè Beccuti nella sua prima sede di metà corso Libertà, era il covo storico dei tifosi della Pro. Senza internet, né televideo, per una sessantina di anni, alla domenica pomeriggio, c’era un solo modo per sapere cosa avessero fatto i bianchi. Se giocavano in casa, Beccuti (per tutti, “il Cesare”) esponeva la bandiera solo in caso di vittoria. Se invece i Leoni avevano giocato fuori, la metteva fuori in caso di pareggio o vittoria. Io - è sempre Di Tano a parlare - feci realizzare dai migliori artisti vercellesi dell’epoca (Poma, Rinone ed altri) altre bandiere con dei Leoni stupendi, che distribuii negli altri bar (lo Splendor, il Cristallo), affinché facessero lo stesso, ma la moda purtroppo non attecchì. Proprio l’Adriano titolare del Bar Cristallo di piazza Pajetta, dove ora c’è una banca (in seguito gestore del Caffè Savoia di Casale) aderì all’iniziativa; quando fui avvisato, appena due giorni prima dalla Rai che saremmo andati in onda, ospitò nei suoi locali con tutta la squadra della Pro in borghese radunata ai tavolini, che ascoltava me che parlavo con Mike al telefono, in un angolo, con la mano sull’orecchio, lì a due passi. E con loro, tutti gli italiani (e a quei tempi, mezza Italia cantava e aveva la radio accesa al mattino, mentre preparava il pranzo domenicale) poterono gustarsi in anteprima l’inno della Pro di Angeleri».
Per fortuna, la Pro Vercelli quel pomeriggio avrebbe giocato al Robbiano una ininfluente gara di ritorno dei sedicesimi di finale di Coppa Italia SemiPro con l’Alessandria dall’esito già scritto, avendo perso l’andata al “Moccagatta” per 4-0. Quel giorno, contro i Grigi, finirà 1-1 e i Leoni allenati da Facchini e Bellomo scesero in campo con Castellazzi (Caligaris), Codogno (Vermonti), Ripamonti, Bonni, Dezio, Mandelli, Marangon, Tonelli (in rete, poi sostituito da Bissacco), Sadocco, Bonanomi. E il nostro 45 giri? La copertina di sfondo arancione tenue, raffigura un fiero leone (stampato un po’ troppo scuro), con lo stemma della Pro seminascosto a sinistra, i sette scudetti in verticale a destra. Sul retro, il testo, oltre all’autore, si svela il nome estemporaneo dei vocalist che si riunirono al Kontiki di piazza Pajetta: si tratta del coro “I Leoni”. Nota storica: lo scorso 12 dicembre 2022 Stefano Di Tano (che dopo 46 anni ha dato l’addio a La Grinta nel luglio 2019) è stato premiato a Torino dal presidente Stefano Tallia come decano dall’Ordine dei Giornalisti del Piemonte, mentre il musicista Luciano Angeleri (che ascoltò il battesimo della sua “creatura” per radio, mentre si trovava a Roma) per anni è stato il gestore e proprietario del ristorante “L’Orso Poeta” di Biella. La chiosa spetta all’ex capitano e presidente dei veterani della Pro Vercelli Franco Balocco: “Proprio la versione mp3 di quell’inno della Pro, che conserverò per sempre gelosamente nel mio telefonino, è stata tra le ultime cose che mi mandò via mail il nostro Paolo Sala”, a cui è dedicato (non senza magone) questo pezzo.
La storia della Pro Vercelli continua sul numero de La Sesia di venerdì 13 gennaio
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