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I 130 anni della Pro Vercelli

La storia segreta degli inni della Pro (parte seconda)

L'inno porta la firma anche del grande giornalista Ettore Berra

Ettore Berra

1965 - Ettore Berra premiato al Quirinale dall’allora presidente della Repubblica Giuseppe Saragat. Fonte: Portale Storico della Presidenza della Repubblica

Insieme ad Ettore Ara, il secondo autore del testo del primo inno della Pro Vercelli datato 1911 è Ettore Berra (Vercelli, 30 novembre 1889 – Torino, 16 gennaio 1967), probabilmente il più grande giornalista vercellese di tutti i tempi, colpevolmente dimenticato ormai da decenni dalla nostra città (e chissà che un giorno non si possa porre rimedio a tale oblio).

Giovane difensore della Pro dei tempi pionieristici (proprio quelli degli amici e futuri campioni Ara, Bertinetti, Servetto, Leone, Milano), Ettore fu amante vero dello sport e del calcio in particolare, tanto da diventare – tra il 1911 e il 1913 - tra i fondatori dell'Associazione Italiana Arbitri, esordendo nella gara Casale-Novara 2-1 di Prima Categoria 1912-13 (19 gennaio 1913). Richiamato ai tempi della prima guerra mondiale, quando prestò servizio in Macedonia, fu ancora sotto le armi, nel 1940 in Francia. L’altra vera grande passione di Berra fu il giornalismo, che diventerà e combacerà la sua professione, sino a toccare le vette e la stima della comunicazione italiana: dapprima sulle colonne de “La Sesia”, quindi con il ‘Paese sportivo’ di Torino, del quale fu anche direttore. Per poi essere chiamato come redattore sportivo de ‘La Gazzetta del Popolo’ (testata ai tempi quotatissima e diffusissima), per poi - dopo la Seconda Guerra Mondiale – assurgere a capocronista e inviato sportivo al ‘Popolo Nuovo’. Dopo la scomparsa del giornalista di punta Luigi Cavallero nella tragedia del Grande Torino di Superga (4 maggio 1949), è stato per 10 anni capo dei servizi sportivi del quotidiano ‘La Stampa’ di Torino, collaborando anche con altre testate come ‘La Gazzetta dello Sport’, ‘Tuttosport’ e ‘Il Calcio Illustrato’.

Nel 1948 in occasione del 50° anniversario della F.I.G.C. fu insignito del titolo di “Pioniere del Calcio Italiano” (Genova, Palazzo Tursi, il 27 febbraio 1949, quando furono consegnati i distintivi d'onore alle persone che avevano dato un contributo rilevante allo sviluppo del gioco del calcio in Italia nel periodo 1898-1914), mentre mercoledì 3 marzo 1965 dal presidente della Repubblica Giuseppe Saragat gli sarà assegnato il prestigioso “Premio Saint-Vincent per il giornalismo 1964”, attestato per i suoi “… Quaranta e più anni di scrittore di calcio, ma soprattutto un segno di stima per l'immutata attualità della sue critiche, per lo stile inconfondibile, nitido e serio”. Quando morì, la Stampa di Torino lo ricordò infatti così: “Berra portò la sua esperienza del mondo del football e del giornalismo, unita ad eccezionali serietà e dirittura morale. Vedeva il nostro duro mestiere sotto l'aspetto più elevato. Non si accontentava del resoconto semplice o della descrizione colorita, evitava ogni accenno allo scandalismo. Di tutti gli incontri studiava l'aspetto tecnico, in un esame preciso del gioco e degli atleti. Si era specializzato nel campo calcistico, diventando un tecnico quotato in tutta Italia, un critico letto non solo dai tifosi, ma anche dagli allenatori che lo rispettavano e lo temevano. Scriveva con stile classico e fu tra i primi a portare il giornalismo sportivo all'altezza d'ogni altro settore della professione. Colto, amante dei migliori libri, oltre alla competenza di gare lasciava scorgere una base fatta di conoscenze storiche e letterarie non improvvisate”.

Al Salone delle Feste del Palazzo del Quirinale, insieme a lui, quell’anno furono premiati, tra gli altri, anche Fernanda Pivano, Emilio Fede e Miriam Mafai. Berra fu infatti tra i primi a notare e a soffrire delle numerose imperfezioni e lacune di dati non precisi a livello storico nel mondo del calcio, tramandati col trascorrere delle generazioni, senza essere adeguatamente controllati. In questo senso, fu uno dei precursori del giornalismo sportivo moderno e rigoroso. Migliori “papà” (Ara e Berra) per il suo primo inno, la Pro Vercelli non avrebbe proprio potuto avere.

La storia della Pro Vercelli prosegue sul numero de La Sesia in edicola venerdì 6 gennaio


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