La novità
di Alex Tacchini
23 Dicembre 2022 12:03
La teca della Madonna dello schiaffo custodita in Duomo
Per chi passerà, da oggi in poi, a recitare una preghiera, accendere una candela o da semplice turista la Cattedrale di Vercelli, una luce in più brillerà in fondo alla navata sinistra del Duomo: è la cappella barocca, rifatta e abbellita fra il 1630 e il 1643 da Francesco Castelli, dedicata alla “Madonna dello schiaffo”, capolavoro assoluto in marmo bianco attribuito alla scuola di Benedetto Antelami e nota per la sua leggenda (si racconta che - intorno al 1600 - la macchia sulla guancia sinistra della mamma di Gesù si sia formata subito dopo che un avventore, scommettitore e in preda ai fumi dell’alcool, aveva iniziato a schiaffeggiarla, in preda alla disperazione) e davanti alla quale si inginocchiò in raccoglimento anche il Santo Padre Giovanni Paolo II durante la sua visita a Vercelli del 23 maggio 1998, nel giorno della beatificazione di Don Secondo Pollo.
In occasione della peste del 1630 e, successivamente, in occasione di epidemie o calamità, questa statua veniva esposta all’adorazione dei fedeli e delle autorità comunali. La vecchia illuminazione della preziosa teca aveva infatti improvvisamente cessato di funzionare, così l’Arcidiocesi ha provveduto immediatamente alla sua sostituzione, con una più moderna ed efficiente: “È stato un intervento di davvero minima spesa, che ha ottenuto un effetto davvero mozzafiato, che se da un lato valorizza la preziosa scultura – spiega Monsignor Giuseppe Cavallone – riesce anche parallelamente a risparmiare quasi il 90% di consumo di energia elettrica, grazie ad una striscia di mini lampadine a led di 3.000 kevin, che promana una luce affascinanate e rispettosa”.
Non è tutto: un uguale maquillage luminoso è stato approntato anche alla cappella che custodisce alcune reliquie della testa, custodite da lamine di rame argentato (datata 1.400 circa), di San Pantaleone, martire sotto l’imperatore Diocleziano (303-305 d.C), patrono dei medici (insieme ai santi Cosma e Damiano) e originario di Nocomedia. Anche la sua teca ora risplende letteralmente nel buio della chiesa. La si può trovare a metà circa della navata destra del duomo, sulla spalletta destra della cappella a lui dedicata. In pochi sanno come la sua festa si celebri il 27 luglio e a Ravello, sopra Amalfi, il sangue si liquefa come quello di San Gennaro a Napoli. Il 17 marzo 2020, proprio nel pieno della pandemia da Covid-19, si verificò una liquefazione straordinaria del sangue, al termine della preghiera rivolta al Santo dal parroco del Duomo in diretta streaming e lo stesso fenomeno si verifica anche nelle ampolle custodite a Martignano, Limbadi, a Montauro, a Vallo della Lucania e nel monasterio de la Encarnación a Madrid. Il corpo di Pantaleone era venerato nell'VIII secolo a Costantinopoli e a Cartagine. La sua testa fu solennemente posta da Carlo Magno nella cattedrale di Lione.
A testimonianza della notorietà del santo in tale periodo, anche i monaci di Saint-Denis a Parigi sostenevano di possederne il corpo e questo fu anche rivendicato da altre città come Burgos, Colonia, Venezia e Roma (in San Giovanni in Laterano). La diocesi di Crema, in provincia di Cremona, lo celebra il 10 giugno, giorno in cui per sua intercessione la città fu liberata dalla peste. È, tra molte altre città, il Santo Patrono della città di Oporto. E da oggi, se ne valorizza ancor più la memoria, anche a Vercelli.
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