I 130 anni della Pro Vercelli
di Alex Tacchini
8 Dicembre 2022 11:15
Il complesso ex Enal
Era il 16 gennaio 2016 quando, com’è noto, beffando sull’offerta il Comune di Vercelli, i cimeli della vecchia Pro furono assegnati ad un avvocato di Parma, Stefano Del Signore, offrendo 17.000 euro per uno stock di un centinaio di pezzi appartenenti alla storia della Pro Vercelli, nell’asta svoltasi nel Biellese, a Pray, nello studio del commercialista Gianni Ciliesa, incaricato della gestione del fallimento dell’ex sodalizio bianco (che nel frattempo aveva assunto il nome di US Vercelli). Tra questi, il quadro con le foto dei sette scudetti, i quadri di Bozino e una serie di coppe, tra cui quella della vittoria della Serie D 1970-71 e del CND 1993-94. Del Signore si è però sempre detto pronto a restituire i cimeli a Vercelli e ai Vercellesi “(…) purché in un luogo adeguato per essere mostrati alla città”.
Si è molto discusso e molte polemiche e rimpianti si sono accesi in questi anni, dalla data del frettoloso abbattimento della sede liberty della società bianca (la mitica e rimpianta “Sala dei Trofei” di via Massaua: strano, lo stadio aveva il vincolo dei Beni Architettonici, ma non la sede di pertinenza), avvenuta nel 2010 pensando di poter erigere un palazzetto e un Museo dello Sport (i fondi assegnati imponevano necessariamente l’inizio dei lavori), su quale potesse essere la sede più idonea, funzionale ed appagante per ospitare la nuova sede del sodalizio bianco, di cui tuttora è privo. Partendo dai locali dell’ex Enal (che ora invece torneranno ad essere un affascinante e funzionale cinema-teatro), oppure nei tanti locali dell’antico ospedale Maggiore, come la “Manica delle donne”, o in altri attigui (però troppo lontani e concettualmente slegati dal contesto dello stadio).
Due anni fa il Panathlon Club del presidente Agostino Gabotti presentò una proposta ufficiale al Comune per poter iniziare a parlare di un progetto denominato “La Casa dei Campioni”, nuova denominazione di un ipotetico sito che potesse ospitare non solo i ricordi e le testimonianze della Pro Vercelli Calcio, ma di tutti i grandi club e atleti che la provincia di Vercelli ha saputo offrire e forgiare in oltre 100 anni di attività sportive. Sinora la proposta è rimasta lettera morta, probabilmente (ma solo ultimamente) per mancanza di fondi data anche la crisi economica in atto. Di sicuro il problema rimane. O meglio, rimarrebbe: non tutti la pensano allo stesso modo. Perché se da un lato per molti stakeholder si tratta di un “non problema”, anzi di un fastidio (non percependo in maniera netta la necessità di una sua creazione: approccio più che rispettabile), vi è un altrettanto cospicuo numero di personalità influenti, cittadini e tifosi vercellesi che vedrebbero di buon occhio la creazione di questo spazio, valutandolo addirittura come potenziale e moderno volano di una capacità attrattiva a livello storico-turistico, sulla scia di eguali iniziative che in Europa e nel mondo stanno prendendo sempre più piede e immediata realizzazione.
Una cosa deve essere chiara da qui in poi. Il passato e le polemiche non interessano. Si tratta, viceversa, di capire se questo progetto sia nelle corde della politica (tutta, Giunta e opposizione: la Pro e lo sport non hanno colore), oppure no. In questo senso, se tale assunto dovesse mai trovare un semaforo positivo, ecco allora che sarebbe ideale non perdere altro tempo per ulteriori decisioni o preparativi. È in quest’ottica che le proposte che sono sgorgate e che sgorgheranno spontaneamente devono essere intese come una delicata, sommessa, ma appassionata moral suasion in punta di piedi, che tenga conto dell’assunto mezzi/benefici, anche e soprattutto in caso di risposta negativa. Perché se è vero che una direzione può apparire sbagliata o impraticabile oggi, non è detto che la stessa sia diversamente vissuta nelle stagioni a venire.
In quest’ottica, l’ex sede dell’Inam di via Derna/angolo via Crosa apparirebbe come il cacio sui maccheroni per motivi di comodità (è a due passi dallo stadio e da due parcheggi, uno dei quali sorto - ironia della sorte – proprio dove c’era la vecchia sede e i campi da tennis e di hockey a rotelle), funzionale (è vasto, ampliabile, modulabile come un museo moderno deve essere, oltre ad essere in eccellente stato di conservazione e robustezza) e prettamente storico-estetici (architettonicamente coevo allo stadio e alla vecchia sede, di impronta razionalista e con un ampio e meraviglioso scalone elicoidale). La strada è però tutt’altro che in discesa perché il complesso è di proprietà dell’Asl che pare abbia altri progetti. A meno di un’offerta che ovviamente il Comune non può permettersi di fare. Una via, a ben guardare, ci sarebbe (forse l’unica) ed è quella di una sponsorizzazione privata, che potrebbe sbloccare il sito all’angolo di via Costantino Crosa 4, combinandolo a livello di marketing con una sponsorizzazione abbinata all’impianto sportivo. Mica ci fermiamo qui. Perché sognare non costa niente. Un esempio? Sappiamo bene che vi sia una multinazionale proprietaria da anni di un marchio di un detersivo il cui slogan recita “…Più bianco, che più bianco non si può”. Ricorda per caso il colore di qualche maglia? Da qui ad un… “Dash-Piola Stadium” il passo sarebbe breve e con esso i fondi per sbloccare l’acquisto o la cessione di un Museo dello Sport o “Casa dei Campioni” che sia. Miglior modo per celebrare i 130 anni di vita della Pro Vercelli proprio non ci sarebbe.
Continua sul numero de La Sesia in edicola venerdì 9 dicembre
Copyright © 2020 FONDAZIONE LA SESIA via Quintino Sella 30, 13100 Vercelli Reg. Imprese VC C.F. 00146700026 - P.IVA IT 00146700026 - R.E.A. VC44243
Powered by Miles 33
Commenti
Condividi le tue opinioni su La Sesia