Vercelli
di Robertino Giardina
3 Dicembre 2022 10:00
Nella ‘sala delle conferenze’ della Fondazione Cassa di Risparmio di Vercelli è stato presentato giovedì 1° dicembre il secondo Rapporto di Terzjus sullo stato e le prospettive del diritto del Terzo Settore in Italia.
Erano presenti Aldo Casalini, presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Vercelli; Luigi Bobba, presidente di Terzjus; Giovanni Quaglia, presidente della Consulta delle Fondazioni Bancarie del Piemonte e della Liguria e della Fondazione Crt; Anna Di Mascio, portavoce del Forum del Terzo settore del Piemonte; e Andrea Pistono, presidente del Centro territoriale volontariato di Biella/Vercelli.
Casalini ha aperto i lavori: “Con i relatori cercheremo di fare un viaggio nel mondo del Terzo settore illustrando i dati di questo documento - ha detto - Non è un caso che venga presentato in una Fondazione come la nostra perché quelle bancarie, pur non qualificate come Ets per la normativa vigente, devono perseguire le stesse finalità e devono collaborare con gli stessi nel perseguire gli obiettivi di fondo. La riforma del settore, con il Codice del Terzo settore, costituisce un’opportunità anche per le Fondazioni di origine bancaria perché ci permette di avere relazioni con enti strutturati attraverso una disciplina giuridica degna del ruolo che svolgono”.
Giovanni Quaglia dopo i saluti di rito ha ringraziato Bobba “per il lavoro svolto e portato avanti perché le fondazioni Bancarie del Piemonte e della Liguria e la Fondazione Crt partecipano e sostengono convintamente il lavoro di Terzjus”. Ha partecipato la vicinanza al mondo del Terzo settore “a noi molto caro”, perché “noi non siamo un Ets ‘stricto iure’ ma abbiamo obiettivi condivisi con tutte le realtà del Terzo settore. Confermiamo la nostra vicinanza e il nostro apprezzamento per il lavoro svolto augurando a Luigi Bobba e a Terzjus di perseguire gli obiettivi prefissati”.
Anna Di Mascio ha puntato l’attenzione su alcuni temi come “la coprogettazione e la coprogrammazione tra gli Ets indicando in questi una sfida importante che implica l’esigenza di capire come queste azioni possano essere calati nella realtà. Sfida che richiede partecipazione degli enti coinvolti e di cui il Forum del Terzo settore è promotore. Punti che implicano metodi innovativi di collaborazione tra il terzo settore e la pubblica amministrazione”.
“I Csv si stanno dando da fare per accompagnare la trasmigrazione degli enti associativi nel Runts informando in maniera corretta circa le opportunità - è interenuto Andrea Pistono - Gli ostacoli sono molti, relativi alle adempienze burocratiche, ai controlli e a tutte le procedure che oggi andrebbero semplificate. Il rapporto Terzjus è molto importante perchè ci offre una fotografia di quello che sta accadendo nel Paese che è molto variegata, inoltre ha obbligato a ragionare sulla mission che ci siamo dati”.
“Cercherò di rispondere a due domande: a che punto siamo e cosa manca, quali proposte sarebbero necessarie per continuare lo sviluppo della riforma per renderla pienamente efficace”. Così Luigi Bobba ha poi introdotto l’illustrazione del 2° Rapporto sul Terzo settore definendo gli obiettivi della Fondazione Terzjus che hanno la loro fonte nella legge 106 del 2016 e nei quattro decreti attuativi che ne sono seguiti.
“Gli obiettivi di questa riforma sono tre: il primo, il riconoscimento degli Enti del Terzo settore come realtà variegata che era già presente e radicata nella nostra comunità prima dell’introduzione della normativa; il secondo, una nuova regolazione attraverso il Codice del Terzo settore costituito in 104 articoli per riordinare le norme preesistenti. Il codice introduce le reti associative perché sono tante le organizzazioni di piccole dimensioni che oggi possono riaggregarsi attorno ai Centri di servizio del volontariato. Così reti e Csv accompagnano gli Ets nel perseguire gli obiettivi previsti. Il terzo obiettivo è stato quello di introdurre innovazioni promozionali basate sia sul Codice del Terzo settore che sugli articoli 2, 3 e il 2° comma dell’art. 118 della Costituzione. Un impianto basato sul principio della sussidiarietà introdotto nel 2001, che chiama le comunità e i cittadini a organizzare risposte concrete ai bisogni, sviluppando attività di interesse generale elencate come tipiche nell’art. 5 del Codice”.
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