I 130 anni della Pro Vercelli
di Alex Tacchini
24 Novembre 2022 17:48
Ritrovare luoghi, foto, racconti e suggestioni dei tanti, infiniti, immensi campioni delle nostre Terre che fecero grande il Calcio Italiano è il compito di ogni archeologo di questo ramo particolare di ricerca storica. Spesso seminascosti, altri sotto ai nostri occhi, ogni giorno.
È quello che è avvenuto lo scorso weekend (che definire “sportivamente incantevole” non è affatto esagerato) tra Ponderano e Villanova Biellese, Casale Monferrato, passando da Vercelli, Alessandria e partendo da Novara e addirittura da Bari, da dove è nata questa pazza idea di riunione speciale. Una sorta di pellegrinaggio-meeting laico che ha riti, radici e meriti lontani, antichi e recenti, che hanno portato a toccare con mano gli eredi di nomi come Caligaris, Ferrari (che gioia conoscere il bis-nipotino che si chiama Giovanni proprio come l’illustre avo bicampione iridato e 8 volte scudettato!), Banchero, Cattaneo, Piola, Castello, Piccaluga, Staccione, Mattea, Bertolini, Monzeglio, Pozzo e molti altri. Gesta ed eroi noti in tutto il mondo e che tutto il mondo ci invidia e che abbiamo ogni giorno a portata di mano o a una manciata di chilometri. Perché fanno parte del patrimonio genetico dei nostri avi, delle nostre famiglie piemontesi, siano essi alle pendici delle Alpi, passando dalle risaie o sulle sinuose colline del Monferrato.
L’imprimatur nasce dalla collaborazione a dir poco propulsiva dello storico e collezionista di Bari Antonio Priore (fondatore della pagina Facebook “Il football dei Pionieri”), di Museo Grigio e il Nobile Calcio (gli alessandrini Alberto Ravetti - autore tra gli altri eleganti e ospitali atout - della locandina che è oggetto di culto presso i collezionisti, lo statistico Sergio Giovanelli, l’esperto Gianni Tagliafico e il supervisor Lele Bellingeri, che delle associazioni è presidente e generoso curatore), della Krumeria Corino di via Roma a Casale (Massimo e Augusto Ogliaro, splendidi anfitrioni, ideatori e gestori del Museo del Casale Calcio che hanno ospitato il meeting e una clamorosa mostra estemporanea di cimeli insieme al giornalista-radiocronista ‘malato’ di epica nerostellata Fabio Mignone). E ancora: Piergiuseppe Rondonotti da Novara, lo storico Silvio Brognara (patrimonio assoluto e benemerito del tramandare ai posteri una buona fetta di dati che, diversamente, sarebbero andati irrimediabilmente perduti), della Collana ‘Il Grande Album della Pro Vercelli’ e dei tanti tifosi e appassionati (qui non citati per dovere di minima sintesi) delle squadre del Quadrilatero.
Così, venerdì scorso il gruppo si è inizialmente ritrovato al Museo “Vittorio Pozzo” di Ponderano (Biella), dove il ct bicampione iridato e olimpico nacque il 2 marzo 1886. La guida Marco Gardiolo ce l’ha avuta dura a tratteggiare i reperti che il museo (da visitare, assolutamente) contiene, esponendosi al “fuoco e controllo epistemologico di fila” dei tanti esperti presenti, riuscendo alla fine a districarsi egregiamente e a ricreare alla grande il pathos di un uomo mai adeguatamente ricordato e valorizzato per quello che ha dato al calcio Azzurro. Una preghiera commossa alla sua tomba, proprio lì a due passi, accanto al campo “Gigi Meroni” (Pozzo ci lasciò nella mattina del 21 dicembre 1968) e poi la visita nella casa-mausoleo-emeroteca di Brognara, la mitica via Torrione a Vigliano Biellese, sempre generoso di correggere e suggerire a chi di dati, tabellini e reperti è da sempre goloso e affamato. Il giorno seguente, sotto i portici della splendida piazza del cavallo di Casale Monferrato, il mercatino dei collezionisti, quindi la domenica mattina l’inizio dell’evento-clou. Il vedere arrivare le sorelle Elisabetta e Loredana Banchero con i loro sorrisi (il padre Elvio fu il celebre "l'uomo del fango" per la facilità con cui giocava sui terreni appesantiti dal maltempo, mito dei Grigi, del Genoa e della Roma, tre volte azzurro e vincitore della Coppa Coni 1927), il nipote (omonimo) di Carlo Carcano (gran giocatore alessandrino, prima; capace di vincere 4 scudetti alla guida tecnica della Juve e anche ct della Nazionale tra il 1928 e il ’29), Paola Piola (il cui cognome si presenta da solo: leggendaria la stretta di mano tra Paola e la nipote di Giovanni Ferrari Daniela, ricordando Francia ’38…) accompagnata dal marito Giorgio Gaietta, il saluto ufficiale e commosso di Giovanni Castello, figlio di Piero (nato a Palazzolo Vercellese, super giocatore del Casale in Serie A, Triestina di Rocco e Venezia, in seguito allenatore anche di Pro Vercelli e Biellese) ha fatto da ouverture alla kermesse casalese. Al paio dell’eleganza della famiglia astigiana Casalone, che del vercellese Angelo Piccaluga tramanda onore e gloria, portando con sé la figlia di Angelo, Liliana, classe 1928 (a parlarle insieme ha entusiasmo e memoria di una liceale). Che di minuto in minuto, di ora in ora, ha visto gonfiare la krumeria di ricordi, foto, aneddoti, lacrime ed urrah, tratteggiati dai loro stessi discendenti. La giornata è poi proseguita alla Locanda Rossignoli, a due passi da piazza Mazzini (quella ‘del cavallo’, appunto) che il febbrile lavoro di ricerca del gruppo ha poi ricostruito essere proprio lo stesso mitico “Caffè Rossignoli” dove Caligaris e Monzeglio si trovavano negli Anni ’30 e ’40 (e oltre) a bere un caffè.
La tomba dei due amici (e campioni del mondo), era stata visitata poco prima al cimitero cattolico monumentale di Casale, dove i due fuoriclasse monferrini si fecero tumulare uno accanto all’altro. L’evento, sin qui il punto più alto e fulgido delle iniziative del “Quadrilatero” si è concluso con la promessa di altri, nuovi appuntamenti per celebrare il nostro calcio che fu. E che tanto vinse, da rimanere scolpito non solo nel tempo, ma - per quel che più conta - nei nostri cuori.
La prossima puntata sul numero de La Sesia in edicola venerdì 25 novembre
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