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Tu non uccidere! Tacciano le armi!

Vercelli: le foto della manifestazione per la pace

“Dio, il cui nome è sempre quello della pace, liberi il cuore dall’odio"

Manifestazione per la pace a Vercelli: “Dio, il cui nome è sempre quello della pace, liberi il cuore dall’odio e ispiri scelte di pace soprattutto in coloro che hanno responsabilità di quanto sta accadendo”.

Nella giornata di sabato 5 novembre, si è svolta sul sagrato del Duomo di Vercelli la manifestazione per la pace “Tu non uccidere! Tacciano le armi!”,in sintonia con la marcia "Europe for peace", prevista nel pomeriggio a Roma. Questo momento è stato organizzato da Arcidiocesi - Pastorale Sociale e del lavoro, salvaguardia del creato, giustizia e pace; Azione Cattolica; Meic “don Cesare Massa”; Pax Christi - Punto Pace di Vercelli. “Dio, il cui nome è sempre quello della pace liberi il cuore dall’odio, e ispiri scelte di Pace soprattutto in coloro che hanno responsabilità di quanto che sta accadendo”. Lo ha detto Padre Marco Arnolfo, Arcivescovo di Vercelli, durante il suo intervento mirato a dare una declinazione netta del concetto di pace in questo momento storico.

La cornice dei colori tersi e asciutti di una mattinata autunnale è stata presa come spunto per evidenziare che nella diversità delle tinte naturali possiamo intravedere la complessità di un mondo che trova unità e pace proprio nell’armonia tra le varie gradazioni: “Appartenere alla grande famiglia umana è stupendo come trovarsi in questa splendida mattinata che rivela la diversità dei colori rendendo lo scenario come una cartolina”: Padre Marco Arnolfo fa riferimento al documento relativo al "Bahrain forum for dialogue: east and west for human coexistence", sintetizzando alcuni punti cardine dai quali partire: “Dio ci ha creato diversi, popoli e culture diversi ma tutti liberi perché nella libertà potessimo imparare a rispettarci.  Il motivo della diversità e della libertà mira ad una conoscenza sempre più profonda e bella in cui vivere la gioia dell’incontro nella fraternità e nello stare insieme per apprezzarci. Conclude condividendo alcune parole del Cardinale Zuppi in occasione dell’evento ‘Europe for Peace’:“Cara amica e caro amico, sono contento che ti metti in marcia per la pace. Qualunque sia la tua età e condizione, permettimi di darti del “tu”. Le guerre iniziano sempre perché non si riesce più a parlarsi in modo amichevole tra le persone, come accadde ai fratelli di Giuseppe che provavano invidia verso uno di loro, Giuseppe, invece di gustare la gioia di averlo come fratello. Così Caino vide nel fratello Abele solo un nemico.Ti do del “tu” perché da fratelli siamo spaventati da un mondo sempre più violento e guerriero. Per questo non possiamo rimanere fermi”. L’appello finale è rivolto al Presidente della Federazione russa e a quello dell’Ucraina: “Chiediamo di fermare, anche per amore del suo popolo, la spirale di morte e sofferenza generata dalla guerra. Chiediamo al Presidente dell’Ucraina ad aprirsi a serie proposte di Pace. Si rivolge a tutti noi il cardinale Zuppi, chiedendo pace e giustizia per l’umanità e per il Pianeta che devono essere risparmiati dalla guerra. Insieme facciamo nostre queste istanze chiedendo al segretario dell’Onu di convocare una conferenza per garantire la pace, la sicurezza impegnando gli stati ad eliminare le armi nucleari, riducendo le spese militari in favore di investimenti volti a diminuire le povertà. Chiediamo all’Italia di ratificare il trattato Onu per il disarmo nucleare, contro la logica del riarmo, perché siamo consapevoli che l’umanità con queste armi può essere distrutta. Dio il cui nome è sempre quello della Pace liberi il cuore dall’odio e ispiri scelte di pace soprattutto in coloro che hanno responsabilità di quanto che sta accadendo. Nulla è perduto con la pace, l’uomo in pace è sempre benedetto e diventa una benedizione per gli altri”.

Tommaso Di Lauro, tra gli organizzatori della manifestazioneha ringraziato tutti i cittadini presenti quali ‘ambasciatori di pace’ e le autorità religiose presenti: “Questa piazza si rivolge alle giovani generazioni in un momento impegnativo. Oggi vogliamo comunicarealla politica, attraverso questa manifestazione,un messaggio di pace: vogliano aiutarci a creare un futuro privo di sofferenza, di guerre e di disastri. Oggi la guerra è presente in tante parti del mondo, non solo in Ucraina, ed i popoli, come sempre, sono le vittime di queste scelte: armarsi non serve a molto e noi chiediamo agli organismi internazionali di adoperarsi per costruire la pace e che l’Europa non sia soggetto attivo in questa guerra. Questo cammino di pace deve essere sostenuto da tutti, anche dal mondo religioso qui rappresentato da tanti amici cattolici e di altre confessioni religiose”. Ha preso come riferimento la direzione indicata dal Cardinale Matteo Zuppi nel senso di un cambiamento radicale: “La pace non è un dato ma una conquista, non è un bene di consumo ma il prodotto di un impegno, non un nastro di partenza ma uno striscione di arrivo”.

Marina Rasore è intervenuta  proponendo alcuni punti qualificanti il concetto di pace: “E’ importante essere qui come “artigiani di pace” secondo le indicazioni del Papa. È una manifestazione che rivela la nostra volontà di pace intesa principalmente come negazione della guerra quale mezzo risolutore delle questioni tra gli stati. La pace ha bisogno di essere declinata in modo più preciso ed in questo Papa Francesco illustra alcuni punti determinanti: “Sono convinto che la pace non è fatta di sole parole se non si fonda sulla verità, se non si costruisce secondo la giustizia, se non è vivificata e completata dalla carità, se non si realizza nella libertà”. La pace per noi ha queste coordinate e ciascuno deve lavorare affinché in tutto ciò si costruisca una pace giusta e veritiera”.

Peo Ranghino della Chiesa Valdese vercellese ha ricordato i fratelli e le sorelle della chiesa metodista russa che, pur essendo in minoranza, hanno apertamente manifestato il loro dissenso verso la guerra: “Esprimo grande ammirazione per loro sapendo cosa mettono in gioco”. Inoltre dice che: “La pace cammina di pari passo con la giustizia e lo stato di salute dei diritti si misura nella tutela e realizzazione delle minoranze. Ci impegniamo a sostenere ogni azione ecumenica che possa accompagnare un processo di pace con la consapevolezza che la strada della risoluzione dei conflitti non richiede vie precostituite, bensì ascolto e creatività. La comunità internazionale e gli organismi sovranazionali hanno la responsabilità di impegnarsi in modo da ristabilire in tempi rapidi una tregua per un giusto processo di pace”. 

I saluti e la vicinanza della comunità rumena sono stati portati da Padre Julian Robert Paune: “Siamo per una pace assoluta in tutti i paesi e preghiamo affinché si realizzi nel mondo e in questa parte d’Europa. Facciamo questo con tutto il cuore, noi siamo troppo piccoli ma preghiamo e chiediamo che si giunga alla pace per tutta l’umanità”.

La Comunità di Sant’Egidio ha fatto sentire la sua voce attraverso Paolo Lizzi: “Porto il sostegno e l’adesione della Comunità a questa manifestazione e ringrazio i promotori. Noi siamo spaventati da un mondo che sembra sempre più violento e convinto che la guerra sia utile e necessaria. Alcuni dicono che manifestare, come si fa in tante altre città è inutile o addirittura dannoso, invece è importante perché grande è il desiderio di pace per l’Ucraina e per tutte le terre bagnate dal sangue dei conflitti. I morti in guerra non rappresentano un dato statistico, ma sono persone e noi non vogliamo abituarci alla guerra vedendo immagini strazianti. Non c’è tempo da perdere perché significherebbe altri lutti e altre morti. Ascoltiamo il grido di pace degli Ucraini costretti a fuggire dal loro paese, con i nostri fratelli che sono ospitati anche qui a Vercelli. Gli ideologi che sono al servizio delle ragioni della guerra ci spiegano che ci sono guerre giuste, guerre sante ma noi siamo qui perché abbiamo scelto di ascoltare il grido di tante persone che sono nostri fratelli e sorelle.La pace è possibile ed indispensabile e non vogliamo lutti che possano essere definitivi per l’umanità a causa della minaccia nucleare. Chi lotta per la pace in realtà è il vero realista perché sa che non c’è futuro se non insieme. Papa Francesco ha detto pochi giorni fa ‘rimettiamo la pace nel cuore della nostra missione attraverso il nostro agire sociale e politico ad ogni livello. Disinneschiamo i conflitti con le armi del dialogo perché la guerra non deve essere compagna nella vita degli uomini e dei popoli.  Anche Papa Giovanni XXIII viene citato per evidenziare che questi momenti si ripetono nella storia: “Noi ricordiamo i gravi problemi che affliggono il mondo a chi ha responsabilità di potere. Che ascoltino il grido di pace che arriva da ogni angolo della terra sale verso il cielo. Pace!!!”. Questo è il grido che anche noi facciamo nostro.

Carla Barale ha messo in luce alcune opinioni del mondo della scuola quale rappresentante della locale sezione UCIIM: “La guerra è da evitare e condannare. Sempre! Cercare altre vie che siano di dialogo e di ascolto è fondamentale, con la consapevolezza che possono essere praticate solo se si è stati educati alla pace. Qui entra in gioco il ruolo della scuola, di tutte le scuole, che è quello di educare alla pace incominciando proprio dagli ambienti- classe nei quali deve regnare armonia, inclusione, ascolto, comprensione reciproca, superamento delle differenze e delle difficoltà. Si parte dall’educazione in classe per generare uomini che poi, a qualsiasi livello, potranno difendere la pace contribuendo a realizzarla veramente. Questo è un compito prioritario della scuola e di tutti i colleghi: preparare un futuro più aperto e più disponibile ad accogliere tutti i valori che oggi sono stati illustrati e che condividiamo. La scuola deve pensare alla pace come alla formazione di una mentalità collettiva che parta da una propensione, un’attitudine personale, del singolo individuo. L’opera dell’Uciim va verso questa direzione, nell’impegno rivolto agli studenti e alle nostre classi perché siano luoghi costruttivi, con ‘artigiani di pace’ che poi, nella vita, possano essere tessitori di unità e di pace per tutti”.

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