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I valori dello sport

Vercelli: riconoscimento a Giovanni Pellielo

La cerimonia si è svolta nella sala Gianna Maffei della Provincia

Pellielo riconoscimento Provincia

La consegna del riconoscimento a Pellielo nella sala Gianna Maffei della Provincia di Vercelli

Quattro le medaglie olimpiche, un bronzo a Sidney 2000 e tre argenti datati Atene 2004, Pechino 2008 e Rio 2016. Accanto ai podi olimpici la sua parabola agonistica vanta di numeri che si commentano da soli: quattro ori, due argenti e un bronzo mondiali individuali e sette ori e due argenti a squadre, due ori, quattro argenti e due bronzi europei individuali a cui vanno aggiunti i dodici ori, tre argenti e un bronzo a squadre. Le tre vittorie individuali ai Giochi del Mediterraneo più argento e bronzo (cinque medaglie in cinque edizioni record), i dieci titoli italiani e le sette coppe del mondo conquistate completano un palmarès da eccellenza assoluta di Giovanni Pellielo, tiratore della nazionale italiana di tiro al volo in quota alle fiamme azzurre, specialista nella Fossa Olimpica.

Giovedì 3 novembre, nella sala Gianna Maffei della Provincia, gli è stato consegnato un riconoscimento con un messaggio: “Lo sport non costruisce la personalità: la rivela”.

«Come referente del Nodo Antidiscriminazione della Provincia di Vercelli – ha detto Lella Bassignana - ho pensato di rivalutare quelli considerati gli “sport minori” che però, al pari degli altri, evidenziano l'impegno e la qualità del lavoro svolto da atleti e società sul nostro territorio che spesso, proprio perché sport minori non vengono adeguatamente valorizzati. Nel mio ruolo mi occupo di contrastare le discriminazioni in tutti gli ambiti: lavorativo, sociale, scolastico, economico, sportivo. Credo che la definizione di Sport data da Jean Giraudoux nel1924 “Lo sport è l'esperanto delle razze” sia, in sintesi, il significato dello sport: svago, divertimento, ricreazione. Un termine linguistico che non ha sinonimi, un termine unico come uniche sono le emozioni che lo sport regala».

«Per alcuni – ha proseguito Bassignana - è solo un passatempo, per altri un lavoro, ma lo sport è da sempre un veicolo importante per promuovere amicizia e valori veri protesi nella difesa della dignità, della libertà, dei principi e dei diritti umani, una lingua internazionale, che fa dialogare persone di diversi Paesi».

«Avere qui un’eccellenza mondiale ci fa onore e ci rende molto orgogliosi. Riesce sempre ad avvicinare i giovani e ad abbattere i muri. Siamo fieri di avere Pellielo come cittadino» ha detto il presidente della Provincia Davide Gilardino.

Perché è stato scelto Giovanni Pellielo? «Perché la sua è la storia di un uomo gentile e riflessivo – ha affermato Bassignana –: elementi che sommati gli hanno permesso di resistere così a lungo al top, uniti all’umiltà e alla passione di cui Giovanni si nutre quando imbraccia il suo fucile».
A farle eco il vicepresidente del Consiglio comunale Gianni Marino: «Pellielo è un testimonial per la città di Vercelli: il suo poligono è sempre ricco di grandi persone e autorità».

«Ringrazio tutti coloro - ha affermato Giovanni Pellielo - che da quando sono nato mi sono vicini: io ho avuto la grande fortuna di trascorrere oltre la metà della mia carriera con la possibilità di allenarmi a Vercelli. Con il nostro impianto possiamo far sì che molti giovani diventino forti partendo dal nostro territorio e abbiamo anche tanti iscritti che vengono da fuori. Io, nonostante abbia viaggiato tanto, sono sempre rimasto legato alla mia città». Un uomo di valori: «Nella vita ci sono delle priorità – è il pensiero di Pellielo - Lo Sport ha un valore che deve essere limitato allo sport. Se esso prevale sui valori della vita non credo si possa parlare di eticità dell’attività agonistica. Personalmente credo che si possa gestire una carriera così lunga non smettendo mai di desiderare, l’uomo crescendo tende ad assopirsi nei suoi desideri».

«Nel 2000 - ha proseguito - Papa Wojtyla mi disse di non aver mai paura, di essere un segno di contraddizione per il mondo, ho sempre fatto quello che volevo fare non perché lo dovevo fare, sopravvivendo a questa vita frenetica e iper-veloce fermandomi e focalizzandomi sul mio passato difficile per farne tesoro nel presente. Dobbiamo saper cogliere la vita che ci viene addosso e riuscire ad afferrare il treno che passa».

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