Festa dei popoli
di Robertino Giardina
12 Ottobre 2022 10:42
“Una festa che viene da lontano, motivo di amicizia perché crea le condizioni per l’incontro con persone che hanno bagagli di esperienze diverse, cultura e religione differenti, e che, per questo, rappresentano un’opportunità di incontro per l’arricchimento e lo scambio reciproco da indirizzare verso una crescita che segna una pacifica convivenza tra di noi. E’ una bella iniziativa, con una sua importanza particolare perché coincide con questo tempo ferito dal conflitto e dalla guerra. Quindi, la presenza di tante persone di diversa nazionalità, e tra queste quella degli amici ucraini, è molto significativa perché ci racconteranno come l’amicizia sia il canale fondamentale per creare le condizioni dell’ospitalità: donare e ricevere ospitalità fa bene a tutti, sia a chi dona che a chi riceve. Da loro sentiremo tanti racconti e sarà importante ascoltare le riflessioni che scaturiscono da questo incontro, da questa amicizia”.
Si è aperta con questa introduzione di Marco Arnolfo, arcivescovo di Vercelli, la ’Festa dei Popoli’ che ha animato questo fine settimana con due appuntamenti molto partecipati: il 6 ottobre in Seminario per l’incontro sul tema “le sfide dell’ospitalità’; il secondo, venerdì 7 ottobre, nel centro Gioin di via Laviny; “Voli, Volti, Voci”, una miscellanea di letture e riflessioni tra musiche, cibo e profumi espressioni di culture distanti geograficamente, ma non lontane spiritualmente. La novità di quest’anno vede la consistente presenza degli ucraini: una voce che grida volontà di pace e di ritorno a quella normalità che l’assurda guerra nega all’Umanità.
Suor Alfonsina Zanatta, anima e regista di questo tradizionale appuntamento, ha aperto i lavori in Seminario sottolineando “la mole di lavoro sottostante alla realizzazione della festa alleggerita dalla condivisione, dalla collaborazione tra i soggetti istituzionali che hanno contribuito negli anni alla realizzazione di questo momento”. Affiora così la spiritualità di questa festa declinata nei valori della fratellanza, dell’ospitalità, dell’amicizia che, nella nostra città, si traduce in azione cooperativa tra gli attori religiosi, pubblici e del terzo settore, sempre in prima linea per un’accoglienza fattiva. L’assessore alle politiche sociali, Ketty Politi, ha ripercorso il cammino di questa festa che “da Padre Enrico Masseroni arriva fino a Padre Marco Arnolfo. Una strada lunga quattordici anni segnata da innovazione per i contenuti, per l’arricchimento emergente dalle riflessioni comuni, per il contributo dato dal partenariato con gli enti locali, Csv, Caritas, Emporio solidale e l’Upo”. L’importanza simbolica di questo momento scaturisce dalla continuità nel tempo visto che ”la Festa dei Popoli non si concentra in questo mese di ottobre, ma dura tutto l‘anno. Si lavora costantemente per fare amicizia, per stare insieme, soprattutto in questi ultimi anni definiti da grossi problemi come la guerra e la pandemia”.
L’incontro è stato ravvivato dalla presenza del professor Luca Ghisleri dell’Upo il quale ha subito messo in luce una dimensione centrale della festa che è “l’incontro tra identità diverse ma aperte alla differenza”. Lo stesso ha dato il suo apporto sulle “sfide dell’ospitalità come compito difficile perché ospitare, fare spazio agli altri è un’operazione difficile in quanto impone apertura. L’ospitalità è sacra perché l’uomo tende ad essere chiuso, ma se apre agli altri e accoglie il diverso, attenua la paura verso l’altro”. Inoltre: “Scavando nella nostra storia troviamo un intreccio di culture caratterizzate dalla differenza. La stessa Europa nasce dalla cultura greco - romana. Ogni tipologia di cultura è determinata dalla differenza, quindi, aprendoci all’altro, andando verso gli altri riesco a conoscere e approfondire me stesso. Una sorta di coscienza, di ‘infinito’ nella quale possiamo sentire la voce di Dio”.
Invece, l’idea di amicizia proposta da Suor Alfonsina è decisamente netta: “L’amicizia non ammette ruoli, gerarchie, persone più importanti che sanno di più e persone meno importanti che sanno di meno. Perché chi magari ha studiato un po’ meno può essere ricco per un’esperienza molto profonda e magari per una vita sofferta. Magari tutto ciò lo ha reso più umano e per questo ha acquisito una dignità preziosa dell’essere umano. La Festa dei Popoli è da sempre il luogo dell’incontro e quest’anno in particolare emerge il tema dell’amicizia senza ruoli, poiché data dalla relazione caratterizzata dal rispetto e dal riconoscimento reciproco, dalla fiducia negli altri. Possiamo auspicare che questo diventi anche uno stile per i nostri modi di stare insieme nella comunità vercellese. Con gli amici si è ospitali, ed è proprio questa la via per entrare pienamente nello spirito della Festa”. Un momento significativo è stato quello della convivialità che “costituisce un pilastro dell’ospitalità: la condivisione del cibo e dell’alimento più importante, il pane, che richiama la crisi nell’approvvigionamento del grano”: un’altra assurdità collegata alla guerra. Proprio per richiamare l’attenzione su queste anacronistiche ed esiziali questioni il momento conviviale della festa è stato caratterizzato dalla distribuzione del pane invenduto offerto da alcune panetterie cittadine.
Nella serata di venerdì 7 è intervenuto il sindaco Andrea Corsaro insieme all’onorevole Emanuele Pozzolo, al vice sindaco Massimo Simion ed agli assessori Ketty Politi e Domenico Sabatino. Anche il sindaco ha dato il suo contributo sul tema: “E’ un grande piacere partecipare a questa festa che si rinnova da tanti anni. L’amicizia tra noi è necessaria per capire le esigenze degli uni e degli altri, per comprendere le peculiarità altrui, le specificità di ognuno di noi. Questa Festa rappresenta anche il valore della nostra città, dell’essere utili per gli altri percorrendo il nostro cammino di vita. L’augurio è che attraverso l’amicizia si possano realizzare i desideri di ognuno”.
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