Agenzia nazionale per le nuove tecnologie
di Sabina Schiavon
26 Giugno 2022 11:30
Aumentano i consumi di energia ma anche le emissioni di anidride carbonica. È quanto si evince dall’analisi dell’Enea - Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile in merito al primo trimestre del 2022.
Per il quinto trimestre consecutivo, sono in aumento i consumi di energia (2,5%) sebbene siano ancora più bassi dei livelli pre-pandemia. Stando alla nota Enea, sono in crescita anche le emissioni di CO2 (+8% circa) per il maggior utilizzo di fonti fossili (+7% circa) dovuto alla contrazione dell’import di energia elettrica (-20,5%) e delle rinnovabili elettriche (-9,5%), penalizzate dal crollo dell’idroelettrico (-40%) non compensato dall’incremento di eolico e solare (+11%). L’analisi evidenzia anche una nuova diminuzione (-29% sul trimestre precedente) dell’indice ENEA-ISPRED che misura l’andamento della transizione energetica sulla base di prezzi, emissioni di CO2 e sicurezza degli approvvigionamenti.
«Il balzo delle emissioni di anidride carbonica e i prezzi record dell’energia hanno fortemente penalizzato l’ISPRED - spiega Francesco Gracceva, il ricercatore ENEA che coordina l’Analisi - A questi livelli, per rispettare i nuovi obiettivi europei Fit for 55 (riduzione al 2030 del 55% delle emissioni nette dell’UE rispetto al 1990) sarà necessario un taglio di oltre 100 milioni di tonnellate di CO2 nei prossimi otto anni».
Stando all’analisi Enea, il forte aumento di emissioni di CO2 è riconducibile per circa il 40% a terziario, trasporti e residenziale e per il 60% a industrie energivore, raffinerie e, in particolar modo, alla produzione di energia elettrica da carbone che ha determinato un incremento tendenziale delle emissioni di oltre il 25%, la variazione più marcata degli ultimi 20 anni.
Buona parte della ripresa della domanda del I trimestre 2022, infatti, è legata al cospicuo aumento dei consumi di carbone, tornati nella generazione elettrica quasi ai livelli pre-covid, e di petrolio. Il gas naturale segna invece un modesto +1%. I consumi sono comunque cresciuti meno del PIL per effetto del calo della produzione industriale, dell’inverno mite, ma anche dei prezzi record che hanno contribuito a frenare la domanda.
«Tuttavia - continua Gracceva - la forte ripresa dei volumi di traffico di passeggeri e merci su strada, tornati ai livelli pre-pandemia, porta a stimare una crescita dei consumi di energia ben superiore al 2% anche nel secondo trimestre, con una previsione di oltre il 2% per tutta la prima metà dell’anno. Si tratta di valori maggiori a quelli registrati nell’Eurozona, dove l’incremento trimestrale è stato di poco superiore all’1%, un trend che prosegue dallo scorso anno anche per le emissioni».
Sul fronte della sicurezza energetica si segnala infine come l’obiettivo di affrancarsi rapidamente dal gas russo abbia già avuto alcuni effetti di rilievo in Italia: nei primi cinque mesi del 2022, infatti, la quota delle importazioni di gas dalla Russia sul totale è scesa in media sotto il 24% (rispetto a circa il 40% nello stesso periodo 2021, con un calo del 41%), con punte al di sotto del 20% in aprile e maggio e superata anche dalla quota del gas algerino (31%).
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