Manta River Project 2
di Redazione La Sesia
29 Maggio 2022 09:00
Una fase del campionamento in Po con lo staff della Struttura Oceanografica Arpae Daphne
Manta River Project 2, l’analisi sulle microplastiche in acqua si estende al Piemonte e conferma i prelievi nelle stazioni emiliano romagnole, lombarde e Delta veneto.
Fiume Po: i dati emersi nei due anni dal primo campionamento sono risultati migliori delle previsioni se comparati ad altre realtà dei grandi fiumi europei e mondiali, ma le analisi hanno necessità di ulteriori e approfonditi monitoraggi che coinvolgeranno anche il territorio del Piemonte e le stazioni in diversi tratti: S. Antonio (Alessandria), Isola Serafini (Piacenza/Cremona), Boretto (Reggio Emilia/Mantova), Pontelagoscuro (Ferrara), Po di Goro (Delta/Rovigo).
Il progetto Manta River, tenuto a battesimo nel 2020 con la realizzazione di molteplici campionamenti in alcuni tratti del Po e nato con l’intento di studiare in modo approfondito le possibili concentrazioni di microplastiche nei corsi d’acqua del distretto, si potenzia e consolida estendendo il proprio raggio di azione e l’ulteriore livello qualitativo di analisi anche ad alcune zone strategiche individuate nella regione Piemonte. Manta River Project 2, ideato e coordinato dall’Autorità Distrettuale del Fiume Po – MiTE e supportato dalla stessa Regione Piemonte, può contare su partnership di eccellente livello tecnico scientifico, le stesse che hanno contribuito in modo determinante a delineare il quadro nei due anni precedenti alla luce dei prelievi di risorsa idrica effettuati: Sapienza Università di Roma, Arpae Struttura Oceanografica Daphne, Ente di Gestione Aree Protette del Po Piemontese e AIPo.
Il primo campionamento piemontese si è tenuto a Chivasso (To) in riva al fiume Po in occasione della conferenza stampa di presentazione dell’iniziativa tenutasi anche grazie al supporto logistico in loco messo a disposizione dall’Associazione Amici del Po. Fino al 2020 nessuna ricerca ufficiale aveva contribuito in maniera così strutturata e capillare a far luce sui potenziali inquinanti da plastiche nel corso d’acqua più lungo d’Italia e l’Autorità del Fiume Po ha riservato a questo fenomeno la massima attenzione per poter offrire una panoramica distrettuale approfondita e anche sperimentale nelle modalità e tipologie qualitative dei campionamenti a beneficio della collettività. Il focus sulle possibili concentrazioni determinerà le fonti e i percorsi, le aree di maggior impatto e l’assorbimento da parte degli organismi acquatici di queste tipologie di sostanze.
“Da sempre le ricerche approfondite e non episodiche, ma protratte nel tempo – ha commentato il segretario di ADBPo Meuccio Berselli – sono fondamentali per individuare cause, effetti, ma soprattutto soluzioni alle criticità. La prima ricerca sia di macro che di microplastiche in Po ci ha consegnato un quadro molto più ridimensionato rispetto a quanto emerso da alcuni studi non continuativi e questo ci ha fatto capire che la strada della analisi approfondita è quella che può fare miglior chiarezza e fornire le indicazioni più efficaci per comprendere come certe sostanze siano presenti in mare. L’estensione al Piemonte dello studio era essenziale per disporre di un quadro ancora più fedele dell’intero contesto”.
Aumentare la conoscenza, protrarre le occasioni di studio grazie team di ricercatori scientifici qualificati realizzando una tipologia di campionamenti secondo i protocolli ufficiali di analisi previsti dalla Direttiva Comunitaria 2008/56 rappresenta infatti un passo in avanti decisivo verso il contrasto al fenomeno e le successive azioni per mitigarne il possibile impatto.
"L’inquinamento da microplastiche è un tipo di inquinamento ‘subdolo’ perché non è visibile all’occhio, ma crea pesantissimi danni all’ambiente e a tutto l’ecosistema – afferma l’assessore all’Ambiente della Regione Piemonte, Matteo Marnati – . Ancora una volta dunque, la ricerca, approfondita e continuativa, si rivela un’arma fondamentale per conoscere lo stato dell’arte e anticipare, allo stesso tempo, i tempi della risoluzione di problemi ambientali da affrontare ancora non normati che ci potremmo trovare sul tavolo nel prossimo futuro. Gli esiti della prima ricerca hanno dato risultati più confortanti di quelli presunti, e ciò lascia ben sperare in un ulteriore miglioramento dello stato dell’ambiente".
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