Emergenza profughi
19 Marzo 2022 08:25
La macchina dell’ospitalità piemontese sta ampliando la propria capacità. Oltre alle migliaia di ucraini che vivono in Piemonte che stanno accogliendo parenti e amici in fuga dalle zone di guerra, sono infatti a disposizione le strutture che la Protezione civile regionale sta attivando in base alle necessità in tutti i territori e altri spazi che le Prefetture stanno predisponendo per potenziare la capacità ricettiva.
Attualmente i due terzi dei rifugiati sono ospitati presso famiglie ucraine che già vivono in Piemonte. Come sottolinea il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio «siamo di fronte ad un fenomeno di ospitalità spontanea e questo slancio di generosità va sostenuto anche economicamente». Per questo motivo e per supportare le altre azioni di accoglienza degli ucraini in fuga dalla guerra la Regione Piemonte ha attivato un conto corrente per le donazioni. L’IBAN è IT41Q0200801046000106373581, sul quale indicare la causale "Regione Piemonte-Emergenza Ucraina".
Le famiglie che già ospitano devono comunicare la presenza dei rifugiati al Commissariato di polizia o al Comune in modo da poterli aiutare nel percorso di accoglienza e sicurezza in Italia, così come deve essere contatta l’Azienda Sanitaria Locale per far entrare i profughi nel servizio di tamponi e vaccinazioni appositamente predisposto. Sul sito della Regione si trovano le informazioni utili da seguire.
Decollerà dall’Aeroporto di Torino Caselle, domenica 20 marzo, un nuovo volo per portare in salvo un gruppo di piccoli pazienti oncologici in fuga dalla guerra in Ucraina.
Saranno affidati alle cure dell’Ospedale Infantile Regina Margherita.
A rendere possibile questo nuovo viaggio è ancora una volta la generosità di due realtà piemontesi: Fondazione Lavazza e Reale Foundation.
A sostegno della missione anche SAGAT Spa e SAGAT Handling, che garantiranno anche stavolta la piena gratuità di tutte le operazioni aeroportuali.
Il volo, come già avvenuto nella missione di inizio marzo, atterrerà presso l’aeroporto di Iasi in Romania, dove ad attenderlo ci saranno i bambini con le proprie famiglie, giunti lì dall’Ucraina passando attraverso la Moldavia.
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