Le parole di Draghi
di Sabina Schiavon
27 Febbraio 2022 14:00
Lo stato di emergenza causa Covid non verrà prorogato. È quanto si evince dalle parole del premier Mario Draghi, intervenuto lo scorso 23 febbraio al Teatro del Maggio Fiorentino. Stando a quanto affermato dal Presidente del Consiglio, quindi, dal 1° aprile andranno lentamente ad allentarsi le restrizioni fino a tornare ad una quasi normalità.
Considerando la curva di contagi da Covid-19 «in forte miglioramento - ha spiegato Draghi - è intenzione del Governo non prorogare lo stato d’emergenza oltre il 31 marzo». Dal mese di aprile, quindi, «le scuole resteranno sempre aperte per tutti: saranno infatti eliminate le quarantene da contatto. Cesserà ovunque l’obbligo delle mascherine all’aperto, e quello delle mascherine Ffp2 in classe». L’obiettivo del governo, qualora la condizione epidemiologica continuerà a permetterlo, è infatti quello di tornare in breve tempo ad una condizione di normalità; uno dei primi interventi, si evince, sarà quello di eliminare l’obbligo di utilizzo del green pass per accedere ad attività all’aperto quali fiere, manifestazioni sportive spettacoli culturali.
Il ritorno alla normalità, o quasi, sarà però molto graduale; la roadmap degli interventi mirati ad allentare le misure prenderà il via il 10 marzo quando i pazienti ricoverati in ospedale potranno tornare a ricevere i parenti, seppur con limitazioni in termini di numero e tempo. Lo stesso giorno si potrà ricominciare a consumare cibi e bevande in cinema e stabilimenti sportivi. Stando alle prime ipotesi, invece, dal 1° aprile potrebbe essere eliminato l’obbligo di green pass per accedere a bar, ristoranti e attività ricettive all’aperto. Continuerà ad essere invece richiesto per la consumazione all’interno e nei locali al chiuso, magari nella sua forma base e non rafforzata. Dal 1° marzo, invece, il comparto del turismo potrà iniziare a sperare in una ripresa vista la decisione di estendere anche ai cittadini extra Ue le medesime regole dei cittadini comunitari per entrare nel nostro Paese; sarà quindi eliminata da quarantena e la richiesta di un tampone negativo per i vaccinati e basterà altresì essere in possesso di green pass base.
La mascherina continuerà invece ad essere necessaria al chiuso e nei luoghi affollati; allo stesso modo, rimarrà anche l’obbligo vaccinale per gli over 50 almeno fino al 15 giugno e, di conseguenza, l’obbligo di green pass rafforzato per tutti i lavoratori oltre i 50 anni che si recano in luoghi di lavoro. «Come medici ovviamente apprezziamo, valutiamo i dati epidemiologici, che mostrano un costante e continuo decremento della curva e del numero dei contagi - ha commentato Filippo Anelli, presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei Medici - Questo naturalmente non può che farci essere in qualche maniera ottimisti rispetto al futuro. Sicuramente, l'arrivo della primavera e poi dell'estate porterà a una netta riduzione delle possibilità di contagio. Resta ancora la preoccupazione per il prossimo autunno, se la pandemia dovesse riprendere vigore. Per questo, ancora una volta la prudenza è una virtù che dovremmo sempre più esercitare; e in questo senso l'utilizzo delle mascherine, almeno negli ambienti chiusi, laddove dovessero esserci delle forti aggregazioni, sarebbe in qualche maniera raccomandabile - continua Anelli - Così come è ancora raccomandabile mantenere il green pass, che consentirebbe ai cittadini italiani, alla stragrande maggioranza dei cittadini italiani che hanno aderito alla vaccinazione, di poter frequentare ambienti anche non all’aperto in situazioni di grande sicurezza».
Tre mesi di stato di emergenza causa guerra Ucraina-Russa
Se lo stato di emergenza attivato a causa della pandemia sembra quindi alle sue battute finali, è notizia di ieri che il premier Mario Draghi ha annunciato tre mesi di stato d’emergenza per consentire gli interventi di protezione civile in Ucraina. La misura, di cui si sapranno i dettagli solo con la pubblicazione del decreto in Gazzetta Ufficiale, è necessaria per poter dare risposte immediate in caso di necessità date dal conflitto Ucraina-Russia.
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