La battaglia
3 Giugno 2021 10:46
Sono ventimila in Piemonte i medici, gli infermieri e gli oss che hanno deciso di non farsi somministrare il vaccino anti Covid. Gli elenchi definitivi verranno inviati tra oggi, giovedì 3 giugno, e domani, venerdì 4, alle Asl di competenza. Tutti questi rischiano di essere sospesi fino a fine dell'anno: non solo bloccati dai propri ordini di appartenenza, ma lasciati a casa anche dal lavoro, rimanendo quindi senza stipendio.
Il confronto con gli operatori sanitari "No vax" è stato uno dei temi più caldi ad inizio campagna vaccinale: il fatto che chi lavori a stretto contatto con i pazienti non decida di farsi somministrare la dose può creare grossi problemi nelle strutture e, più in grande, alla situazione sanitaria in regione. Per questo si vuole usare il pugno duro contro chi si oppone. Di certo la decisione non sarà immediata, ma si andrà, gradualmente, per step. In prima battuta bisognerà capire la motivazione del rifiuto: ci può essere la possibilità che qualcuno abbia rifiutato per motivi sanitari, ad esempio intolleranze o allergie particolari, e, ovviamente, sarebbero esclusi dalla sospensione. Serviranno però certificati che attestino questa decisione.
Chi invece non si è immunizzato per scelta personale avrà la possibilità di ripensarci: "Il nocciolo della questione è proprio quello. In questa fase si cercherà di capire le ragioni del rifiuto - afferma Antonio Rinaudo, commissario dell'area giuridico- amministrativa dell'Unità di Crisi della Regione Piemonte - E se non ci sono elementi di carattere oggettivo si passerà attraverso un tentativo di moral suasion, di convincimento del personale". Se anche la persuasione non andrà a buon fine allora scatterebbe ufficialmente la segnalazione all'ordine di appartenenza per la sospensione. Da lì non si tornerebbe più indietro: medici, infermieri e oss "No vax" verranno sospesi dal lavoro a tempo determinato, rimanendo quindi senza stipendio.
Questo ovviamente porterebbe una crisi anche negli ospedali, qualora nelle Asl ci fosse un numero ingente di sospesi che dovranno essere sostituiti. Senza contare gli eventuali ricorsi al Tar degli operatori che si rifiutano alla somministrazione. Seppur il quadro sia ben delineato, quindi, la "battaglia" potrebbe essere lunga e sicuramente lascerà degli strascichi.
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