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La polemica

Lombardia, Moratti sui vaccini: "Distribuzione dosi anche in base al Pil delle regioni"

"I territori con più imprese favoriscono la ripartenza del Paese"

Letizia Moratti

Letizia Moratti

"I vaccini devono essere distribuiti in base al Pil delle regioni”. È questa la proposta, che ha suscitato più di qualche polemica, espressa dal neo assessore del Welfare della Lombardia Letizia Moratti al commissario Domenico Arcuri. L’ulteriore frenata dell’arrivo delle dosi Pfizer (per questa settimana, inizialmente, sarebbero dovute essere 563.000, poi ridotte a 397.000, ma fino ad ora ne sono arrivate meno di un terzo) preoccupa diversi territori che, ad ora, sono più in ritardo di altri per quanto riguarda la campagna vaccinale.

Per questi motivi Moratti ha lanciato la proposta di ripartire le dosi sulla base di quattro parametri: contributo che le Regioni danno al Pil, mobilità, densità abitativa e zone più colpite dal virus. Subito sono piovute le critiche: “I criteri elencati al momento ci sembrano discutibili se non discriminatori", ha commentato il capogruppo Movimento 5 Stelle della Lombardia, Massimo De Rosa. Immediata anche la risposta del ministro della Salute Roberto Speranza: “Tutti hanno diritto al vaccino indipendentemente dalla ricchezza del territorio in cui vivono. In Italia la salute è un bene pubblico fondamentale garantito dalla Costituzione”.

L’assessorato al Welfare della Lombardia ha poi precisato: “Il riferimento al Pil come uno dei parametri per la ripartizione delle dosi di vaccino anti Covid non è legato al concetto di "ricchezza", bensì alla richiesta di un’accelerazione nella distribuzione dei vaccini in una regione densamente popolata di cittadini e anche di imprese: se si aiuta la ripresa della Lombardia, si contribuisce in automatico alla ripresa dell'intero Paese".

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