teatro
di Alex Tacchini
27 Marzo 2024 11:04
Prendete un grande specchio (dagli effetti tecnologici importanti ed inediti) al centro del palco, che assurge a terzo protagonista. Incastonate immagini di Magritte, l’uomo con l’ombrello (“Golconda” è del 1953), ed il “cannocchiale rovesciato” della novella pirandelliana “La tragedia di un personaggio”. Fateli interagire con due scrittori, le cui incredibili parentele ed affinità artistiche (la sensibilità sui grandi temi del doppio, del frantumarsi dell’io) da un secolo hanno cambiato per sempre la Storia del Teatro, impersonati da due grandi attori, figli della Bottega di Vittorio Gassman. Ne sgorga una pièce affascinante e complessa, che ha debuttato lo scorso venerdì 22 marzo 2024 nell’ambito delle Giornate Pirandelliane, al Teatro Cajelli di Busto Arsizio.
‘La Sesia’ è orgogliosa di parlarne, perché il direttore artistico del ‘Cajelli’ è il vercellese d’adozione Federico Grassi, che dell’opera teatrale che ha come titolo "Unamuno, Nessuno e Centomila" è anche co-protagonista, interpretando Luigi Pirandello, mentre Fabio Bussotti (coautore insieme alla figlia Chiara Bussotti e che interpreta il romanziere spagnolo Miguel de Unamuno, il gemello spagnolo del Premio Nobel girgentino) per la regia di Alberto Oliva. Lavoro, come si è detto, assai interessante in cui i giochi di specchio (è il caso di dirlo), fanno leva su rimandi e citazioni, così come sul gioco dell’altro e della identità a matrioska (“Lo sai che se ti ci guardi troppo a lungo, nello specchio, alla fine impazzirai?”), care al Relativismo che proprio nei primi decenni del ‘900 esplose come poetica (tutt’ora, per altro, in atto). Perché in “Unamuno, nessuno e centomila”, accade quello che nella realtà probabilmente non è mai accaduto: Miguel de Unamuno e Luigi Pirandello si incontrano su un palcoscenico. Oppure, nella vita si conobbero davvero? Di sicuro, le somiglianze artistiche tra i due ne rappresentano prova pressoché certa. Peccato che da noi, in Italia, Miguel de Unamuno y Jugo sia conosciuto da pochi. La trama: nel prologo, Unamuno racconta di avere appena pubblicato il suo romanzo “Nebbia”. I recensori, però, non sono stati teneri. Hanno vergato che il romanzo sia troppo pirandelliano. Secondo il loro autorevole parere, “lo scrittore spagnolo, non solo non è stato originale, ma ha palesemente copiato l’italiano”. Ora, messi uno di fronte all’altro, i due scrittori, armati di parole e punzecchiature, finalmente si confrontano. Chi è stato a rubare le idee dell’altro? Mica è finita qui.
Nella prima parte dello spettacolo Unamuno è sé stesso, mentre Pirandello veste provocatoriamente i panni di Augusto Pérez, protagonista del romanzo “Nebbia” dello scrittore spagnolo. Nella seconda parte, Pirandello torna invece ad essere se stesso, mentre Unamuno si presenta travestito da dottor Fileno, personaggio in cerca d’autore del racconto pirandelliano “La tragedia di un personaggio”. Il finale, immerso in una nebbia metafisica (ma rivelatrice) da far trattenere il respiro allo spettatore, è in mano ai soli personaggi, come in un derby. Pirandello e Unamuno sono infatti morti, a distanza di pochi giorni a fine 1936 (a dimostrare una liaison al limite dell’incredibile), lasciando soli i loro personaggi. Così, Augusto Pérez e il dottor Fileno sono lì, orfani sul palco e alle prese con i loro pensieri, i loro dubbi più che mai vivi. Malinconici, ma vivi, grazie (anche e soprattutto) ai lettori e anche agli spettatori presenti alla rappresentazione, cercati come quadrifogli nel prato dell’Arte. Il loro dialogo, nello sforzo di mettere a fuoco le nebulose trame del destino, è al contempo poetico e ironico e lascia aperti squarci di possibilità e di interpretazione. Non dispiace a nessuno dei due sottomettersi a quel gioco immortale che si chiama Teatro. Il tutto sublimato da giochi da cannocchiale inverso come lo è la vita se la si vuol percepire in più di una univoca e piatta dimensione. L’opera, prodotta dal Teatro Sociale SRL – Educarte, con scene firmate da I.S. Carlo dell’Acqua e costumi di La Lory Milano, nei prossimi mesi sarà in scena sia a Madrid, sia a Montevideo, in Uruguay, grazie anche ad una preziosa collaborazione con l’Università del Piemonte Orientale, di cui diventa in un certo senso, ambasciatrice.
Copyright © 2020 FONDAZIONE LA SESIA via Quintino Sella 30, 13100 Vercelli Reg. Imprese VC C.F. 00146700026 - P.IVA IT 00146700026 - R.E.A. VC44243
Powered by Miles 33
Commenti
Condividi le tue opinioni su La Sesia