Comando provinciale di Alessandria
di Redazione La Sesia
4 Dicembre 2024 10:19
Carabiniere della Centrale Operativa di Tortona salva la vita a una persona.
Antonio (nome di fantasia) è una persona sconvolta. Ha la voce flebile interrotta dall’emozione. È notte ed è solo. Il buio aumenta l’angoscia dei suoi problemi e non ci sono persone intorno a lui che possano aiutarlo. Si avvicina all’orlo di un baratro infinito: unica soluzione ai suoi affanni. Prima di gettarsi però chiama il 112.
L’operatore della Centrale è preparato e intuisce la gravità del problema. Ricorda gli insegnamenti della scuola carabinieri. Ricorda l’importanza dell’empatia, del coinvolgimento. Ricorda che le parole, così come i silenzi, possono avere in queste circostanze un’importanza fondamentale. Sa però che le parole talvolta non bastano e che la rapidità di intervento può essere decisiva. Inizia così un dialogo con Antonio e, mentre cerca di approfondire la situazione e comprendere le ragioni di un tale sgomento, il carabiniere riesce a localizzare il suo interlocutore, capisce dove si trova e invia immediatamente tutte le pattuglie presenti sul territorio. Non c’è tempo da perdere. Lo sa l’operatore, lo sanno i colleghi sulla strada.
Il dialogo continua, il carabiniere riesce, lentamente e con cautela, a instaurare un rapporto di fiducia con Antonio, riesce a costruire un vero contatto con lui e a spostare l’attenzione da quel pensiero ossessivo del gesto estremo. Antonio inizia a dare qualche informazione, ad aprirsi. Sembra trovare la forza di confidarsi, sente – forse – che la voce amica del carabiniere può diventare un appiglio per impedire a sé stesso di compiere quel passo senza ritorno.
Il tempo guadagnato consente ai colleghi di raggiungere il luogo della chiamata. Le Gazzelle sono arrivate. I carabinieri trovano la persona al telefono in un ricovero attrezzi di pertinenza dell’abitazione, dove aveva predisposto una corda per l’insano gesto. Capisce che la sua richiesta di aiuto non è stata vana e ora non è più solo. Piange, ma è salvo.
Per il carabiniere della Centrale Operativa rimane ancora un attimo di apprensione, almeno fino a quando al telefono prende la comunicazione il collega che rompe il silenzio e conferma che la situazione è sotto controllo. “Antonio sta bene - dice il collega della Radiomobile al telefono - Adesso ci pensiamo noi”. Ora la tensione può scendere. C’è tempo per tirare un sospiro di sollievo, compiacersi di avere fatto un buon lavoro e di avere contribuito a salvare la vita di una persona. Un’altra.
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