A Torino
di Mattia Mortarotti
11 Marzo 2021 10:53
Fatture false, autoriciclaggio e infedeltà patrimoniale. Per questi reati due manager di una ditta operante nel settore della robotica industriale sono stati arrestati dalla guardia di finanza di Torino.
Le indagini, dirette dalla Procura della Repubblica di Torino e condotte dai finanzieri del nucleo polizia economico-finanziaria Torino, hanno consentito di ricostruire un articolato sistema di frode attuato con il ricorso a fatturazioni fittizie, attraverso cui i due manager, rispettivamente amministratore delegato e direttore tecnico, avrebbero drenato rilevanti flussi di denaro in danno del fisco e dell’impresa dove svolgevano la loro attività, effettuando anche viaggi in lussuose località turistiche insieme alle famiglie.
I due soggetti, secondo l’impianto accusatorio, si sarebbero serviti di una vasta rete di società “cartiere”, in molti casi risultate sprovviste di mezzi di produzione adeguati allo svolgimento delle attività economiche e inadempienti agli obblighi fiscali, alcune cancellate dopo poco tempo dal registro delle imprese e intestate a “prestanome”.
Tali aziende avrebbero emesso fatture false per un totale di oltre 7 milioni di euro, consentendo sia l’evasione dell’imposta a cura del soggetto economico utilizzatore della documentazione fiscale, sia il trasferimento illecito di denaro (tramite bonifici, assegni e prelevamenti in contanti) nella sfera personale degli arrestati.
In base a quanto ricostruito dalle investigazioni, il denaro veniva principalmente reinvestito in società immobiliari e in un ristorante - lounge bar del quadrilatero di Torino, nonché nell’acquisto a titolo personale di immobili a Rivoli e nella centralissima via Roma del capoluogo piemontese, assicurando, altresì, ai predetti soggetti un elevato tenore di vita, come testimoniato dalle vacanze effettuate a Dubai, Zanzibar, Miami e alle Maldive.
In corso di svolgimento anche perquisizioni nei confronti di ulteriori sei soggetti indagati, a vario titolo, per reati tributari e autoriciclaggio, nonché il sequestro preventivo disposto su beni per 2 milioni di euro, tra cui disponibilità finanziarie, veicoli e immobili (in particolare, un appartamento in pieno centro a Torino, una villa con piscina a Vinovo e un’abitazione nel borgo antico di Avigliana).
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