Chiacchiere di moda
di Silvia Barbieri
18 Maggio 2021 15:40
Krizia
Krizia ha contribuito all’elevazione del Made in Italy a realtà internazionale, è stata pioniera nell’Olimpo dei grandi, ma da qualche anno a questa parte è come scomparsa da ogni radar di moda, rimanendo un lontano, ma vivido ricordo per chi ne ha memoria.
Quindi, questo articolo si propone in parte come elogio a chi è riuscito a raggiungere l’apice e in parte come augurio di un possibile ritorno tra le vette che portano i nomi di chi il mondo del lusso l’ha aiutato a evolvere. Perché Krizia? Maria Mandelli, in arte Krizia, un talento nell’arte del taglio e del cucito, approda ne mondo della moda negli anni Cinquanta, frustata dalla monotona noiosità ricorrente nelle vetrine milanesi. Il suo primo laboratorio si trova a Milano, nell’appartamento preso in affitto dal musicista Lelio Luttazzi. Debutta nel 1957 e si fa notare immediatamente dai critici di moda del Samia di Torino con una collezione di rottura in bianco e nero. Nel 1971, in un periodo in cui il midi era la lunghezza più estrema, sconvolge il fashion system con dei pantaloncini cortissimi, i mini-hot pants. Il nome Krizia è un elogio alla vanità delle donne, con un’accezione derivante proprio dalla protagonista della Crizia di Platone. L’ideale della donna della Mandelli è sicura e indipendente, compra per sentirsi gratificata, è in pace con se stessa e con le forme che non indossa, ma domina. Pieghe, enfatizzazione delle spalle, ironia e utilizzo di animali simpatici sono solo alcuni dei tratti distintivi del brand. Gli animali sono un tema ricorrente nelle collezioni di Krizia al punto da inserirne uno nuovo in ogni sfilata al fine di arrivare ad avere un vero e proprio “zoo” di stampe.
Chi è ora Krizia? È quello che in gergo si chiama sleeping brand (brand dormiente), poiché esiste, ma non vive, non ha una sua eco né un seguito definito o corroborato. Passato sotto la guida di Marisflog, colosso cinese, Krizia ha perso la sua potenza creativa e sta ora aspettando una rinascita, forse utopica forse possibile. Quel brand che nella seconda metà del Novecento ha dato vita a un’idea di donna coraggiosa ed emancipata, è ora finito nell’oblio, e della potenza creativa di un tempo per il momento rimangono solo sfumature lontane di moda e insegnamenti ormai diventati parte integrante del modus operandi di molti altri marchi. La Krizia istitutrice di must-have troverà nuovamente un suo posto nel dilagare costante di nuove tendenze e nuovi brand, o sarà destinata a rimanere un lontano ricordo?
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